Urso e il tavolo con Stellantis: "Vogliamo rilanciare la produzione"

Al ministero del Made in Italy tavolo Stellantis con azienda e sindacati: ecco cosa hanno stabilito

Urso e il tavolo con Stellantis: "Vogliamo rilanciare la produzione"

Appena rientrato dall’Azerbaijan, il ministro Adolfo Urso questa mattina ha incontrato i sindacati metalmeccanici per il primo tavolo sul dossier Stellantis. In questo momento si producono in Italia meno di 500mila veicoli ma la capacità produttiva degli stabilimenti italiani è 2 milioni di veicoli. "Non si capisce perché l'azienda fa grandi risultati dal punto di vista finanziario mentre i lavoratori sono in cassa integrazione e a oggi non hanno avuto aumenti salariali”, dice il segretario della Fiom Michele De Palma ai 300 lavoratori che manifestano sotto al ministero prima dell’incontro.

“In due anni abbiamo perso 5mila lavoratori- aggiunge Di Palma- è gli stabilimenti italiani sono stati chiusi prima di avviare la transizione energetica e ambientale. Chiediamo al governo un piano straordinario che riavvii la produzione in Italia". Il governo avrebbe garantito il finanziamento a sostegno del settore con una spesa già programmata di 2,6 miliardi di euro per il periodo 2022-2024, mentre resterebbero sei miliardi da spendere entro il 2030.

Il ministro durante il suo intervento ha affermato come il confronto continuo sarà utile a tutti per verificare gli sviluppi degli investimenti e le ricadute sul sistema industriale. Al tal riguardo Urso ha anche ricordato gli impegni del nuovo governo in sede europea per la neutralità tecnologica.Una battaglia - ha sottolineato - purtroppo non adeguatamente rappresentata dai precedenti esecutivi ma sulla quale noi non intendiamo mollare con il supporto del Sistema Paese, imprese e sindacati”.

Urso ha parlato della necessità di indirizzare la domanda, ricordando le risorse pubbliche conferite a Stellantis con i contratti di sviluppo e gli accordi per l’innovazione, per oltre 2,7 miliardi, così come il fondo pluriennale automotive con una dotazione di 8,7 miliardi di euro fino al 2030, che consentono il rafforzamento della produzione in Italia soprattutto nei modelli e componenti che assicurano lo sviluppo tecnologico secondo gli obiettivi della sostenibilità ambientale e “devono essere indirizzati anche a rafforzare la filiera nazionale”.

Sul tema degli incentivi il ministro ha ricordato come questi siano sinora andati in misura maggiore a sollecitare la domanda di auto prodotte da Stellantis, sebbene per meno della metà su modelli fabbricati in Italia. “Questo gap va colmato al più presto: gli incentivi devono andare a beneficio del lavoro italiano”.

Al tavolo Urso ha sollecitato pertanto maggiore attenzione alla filiera dell’automotive, con le stesse modalità con cui avviene in altri Paesi, citando il caso Lear di Grugliasco (Torino), “che crediamo un pericoloso segnale d’allarme”.

Su questo è d'accordo anche la Uilm: “Il primo passo per difendere l’industria dell’auto in Italia è spendere nel migliore dei modi le risorse che sono state stanziate lo scorso anno, anche grazie alle pressioni sindacali, e che ancora non sono state impegnate. Ma per fare ciò il confronto dovrebbe essere continuativo e non sporadico come sta avvenendo, insediando da una parte un tavolo di settore funzionale e dall’altro articolando la discussione con Stellantis e il Governo stabilimento per stabilimento”. Lo dichiarano Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm responsabile del settore auto, al termine dell’incontro con Stellantis convocato e presieduto dal ministro Adolfo Urso: “Stellantis in particolare ha beneficiato di 4 accordi di sviluppo e 5 accordi di innovazione. A Melfi è avviato il piano per la nuova piattaforma che dal 2024 porterà a 4 modelli completamente elettrici, con una linea di assemblaggio delle batterie; a Termoli sta partendo la gigafactory con la joint venture ACC; a Pratola Serra dal 2024 si espanderà la produzione di motori per veicoli commerciali; ad Atessa si conferma la piattaforma del Ducato, che si gioverà anche degli accordi con Opel e con Toyota; a Pomigliano a fine 2022 è arrivato il nuovo modello Tonale, oltre alla Panda che continua ad avere buone vendite grazie soprattutto alla versione ibrida; a Cassino, in aggiunta alle vetture Alfa già allocate, è stata avviata la produzione della Maserati Grecale, la cui gamma sarà completata con la variante elettrificata entro fino anno; a Modena è stata allocata la ‘supercar’ MC20, di cui è stata annunciata la versione spider; a Cento è in corso una riorganizzazione con focalizzazione sui motori industriali e marini; a Mirafiori sono state concentrate le produzioni torinesi e saranno lanciate le gamme elettriche delle Maserati, mentre la 500 elettrica continua a crescere, inoltre sono stati annunciati nuovi investimenti sulle trasmissioni e sulla economia circolare. Ma Stellantis ha molto insistito sul fatto che le tecnologie elettriche comportano maggiori costi di circa il 50% e dunque ha sottolineato l’esigenza da una parte di incentivi alla domanda e dall’altra di azioni di recupero di competitività”.

“A Stellantis - dichiarano Palombella e Ficco - chiediamo di procedere con tutti i lanci programmati fino alla completa saturazione delle fabbriche e di assegnare nuove missioni produttive a quegli stabilimenti che sono legati al motore endotermico e che ancora non conoscono il loro futuro. Al Governo chiediamo invece di sostenere gli investimenti necessari ad accompagnare la transizione all’elettrico non solo in Stellantis, ma nelle numerose imprese della componentistica che stanno già stanno soffrendo moltissimo”.

"È importante affrontare il tema dell' Euro 7 che ci preoccupa molto- dice invece il segretario della Fim Cisl Uliano- L'azienda ha affermato che creerebbe problemi di sostenibilità per gli stabilimenti, perché costringendo le aziende ad investire nell'Euro 7 a tre anni dalla chiusura delle produzioni tradizionali, c'è il rischio che si scarichino costi sugli impianti con effetti occupazionali. Noi temiamo per Panda e altre vetture e lo stesso Tonale che sono le versioni tradizionali. Se si impone questo costo aggiuntivo è un aggravamento che non possiamo permettercelo. Il governo si è impegnato a portare questa discussione in Europa: noi confidiamo che questa cosa venga affrontata con un'attenzione particolare per le questioni industriali e occupazionali”.

"C'è stato al centro del dibattito una discussione significativa sugli incentivi perché si stanno costruendo autovetture elettriche- dice Uliano- ma il nostro paese sta segnalando difficoltà nella vendita delle produzioni di macchine elettriche. Il governo si è impegnato a ridisegnare gli incentivi perchè è chiaro che oggi le auto costano il 50% in più fatte in maniera elettrica: il rischio è che si facciano investimenti e le auto non vengano comprate. Il governo si è impegnato ad accogliere le proposte per ridisegnarli. La cosa che abbiamo chiesto noi - conclude la Fim- è che vengono fatti gli incentivi in modo da incentivare le produzioni italiane, perchè sarebbe veramente assurdo che si incentivino produzioni che vengono da altri paesi".

"Noi siamo in campo e lo abbiamo ribadito anche in Europa - ha detto il ministro Urso- per ottenere condizioni migliori e accompagnare la riconversione industriale con il fine di raggiungere quegli obiettivi di rispetto ambientale che tutti noi ci siamo proposti ma mantenendo produzione e l'occupazione nel nostro paese". Con Stellantis e sindacati abbiamo avuto "un confronto importante e significativo per verificare i temi dell'azienda, gli investimenti, la riconversione industriale, i nuovi prodotti, anche a fronte dell'importante risorse che lo Stato ha messo in campo anche con gli incentivi alla domanda con l'obiettivo di mantenere e rafforzare la produzione di questo settore così fondamentale per l'industria italiana quindi il livello occupazionale in tutta la filiera dell’automotive".

Nel frattempo stellantis fa sapere che è sospesa da mercoledì 15 febbraio, dalle 22,15 a sabato 18,

l'attività produttiva nello stabilimento Fca Italy di Atessa (ex Sevel). Lo stop è causato dalla mancanza di componenti, in particolare microchip e semiconduttori. Si tornerà in fabbrica lunedì 20 febbraio.

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