Welfare, la sanità integrativa in Italia non cresce

Dopo una accelerazione durata 10 anni gli iscritti sono fermi a 16 milioni. L’esperienza in controtendenza del FASI, il fondo per i dirigenti d’azienda

Daniele Damele presidente del Fasi
Daniele Damele presidente del Fasi
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Il secondo pilastro della Sanità italiana fatica a crescere. Oggi l’assistenza sanitaria integrativa nel nostro Paese conta 16 milioni di iscritti, ma sono ormai tre anni che il settore è fermo al palo. Attualmente, nel nostro Paese le forme sanitarie integrative intermediano una spesa sanitaria pro capite di circa 95 euro, 5 volte meno che in Francia e 2 volte in meno che in Gran Bretagna. Una situazione che fa sì che il Servizio Sanitario Nazionale e il secondo pilastro fatichino a dialogare, con la penalizzazione delle fasce che fisiologicamente sono più esposte alla necessità di spendere per la propria salute: anziani e cittadini colpiti da malattie croniche. I numeri pubblicati a fine gennaio dal ministero della Salute confermano che le forme di assistenza integrativa in questo momento storico vivono un momento di stanchezza.

Dopo essere cresciute nell'ultimo decennio al ritmo di un milione di nuovi iscritti all'anno partendo dai 5,8 milioni del 2013 fino ai i 16,2 milioni, tra il 2021 e il 2023 (ultimo anno in cui si hanno dati) il ritmo è decelerato con gli iscritti fermi al tetto dei 16 milioni. Un dato che pone l’Italia al diciottesimo posto nell’Unione Europea per spesa nella sanità integrativa, anche se ovviamente questo posizionamento va parametrato con i singoli sistemi di welfare statale.

In questo contesto una realtà che si muove decisamente in controtendenza è quella del FASI. Il fondo dei dirigenti di azienda è oggi una delle più importanti realtà europee del settore. Il FASI anche in questi anni di difficoltà ha continuato ad aumentare gli iscritti e parallelamente ha migliorato le coperture per gli assistiti investendo molto sul fronte della prevenzione, aumentando i rimborsi agli assistiti per 80 prestazioni sanitarie.

Il Fasi con il presidente Daniele Damele, il vicepresidente Fabio Pengo e il direttore generale Germano Gallina, per raccontare la propria strategia per il 2025 ha scelto di “presentarsi” ai propri iscritti in un evento online sul sito del fondo moderato da Francesca Parisella. Oggi le aziende aderenti al Fondo Fasi ammontano a 14.745. Il 36% delle aziende ha sede legale in Lombardia, seguita dall’Emilia-Romagna (12%), Veneto (11%), Piemonte (10%) e Lazio (9%). Ma i numeri continuano a crescere con le aziende che scelgono l’adesione alla sanità integrativa come asset e strumento di welfare strategico, sia in termini di soddisfazione dei dipendenti che di investimento nella salute della propria forza lavoro.
“Il successo del Fasi in un contesto complesso come quello della sanità integrativa è il risultato di una visione strategica chiara, di una gestione solida e di un impegno costante verso i nostri assistiti” spiega il presidente del Fasi, Daniele Damele. “La nostra ricetta vincente si basa su tre pilastri fondamentali: sostenibilità economica, innovazione delle prestazioni e centralità dell’assistito. La stabilità finanziaria è un principio imprescindibile. Il Fasi opera con una gestione prudente ed equilibrata tra entrate e uscite, evitando aumenti incontrollati dei contributi e garantendo la continuità delle prestazioni nel tempo. Una governance trasparente e responsabile ci permette di rafforzare la fiducia degli assistiti e assicurare un modello di sanità integrativa sostenibile e accessibile”.

Un modello che non viene interpretato in maniera statica, ma attraverso l’ascolto e il costante monitoraggio delle richieste degli assistiti. “Le esigenze di salute sono in costante evoluzione e il Fasi risponde con un approccio dinamico e proattivo” continua Damele. “Negli ultimi anni abbiamo ampliato la gamma delle prestazioni, introducendo servizi innovativi come la telemedicina, programmi di prevenzione avanzata e un maggiore supporto per le patologie croniche. L’obiettivo è anticipare i bisogni sanitari, offrendo un’assistenza sempre più personalizzata, tempestiva ed efficace”. Un approccio che passa attraverso l’implementazione di strumenti digitali e l’ottimizzazione dei processi di rimborso.

Tutti tasselli che consentono al Fasi di “coniugare solidità economica, innovazione e vicinanza agli assistiti”. Con un chiaro impegno per il futuro: “Continuare a crescere, migliorare le prestazioni e garantire ai nostri iscritti una protezione sanitaria sempre più efficace e sostenibile”.

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