Boccata d'ossigeno per Scholz. Ma il cancelliere rimane debole (e il partito vince senza di lui)

Arrestata la caduta dopo Sassonia e Baviera. Ce l'ha fatta tenendo alla larga il capo del governo

Boccata d'ossigeno per Scholz. Ma il cancelliere rimane debole (e il partito vince senza di lui)
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Due o tre punticini di vantaggio nel Brandeburgo sull'estrema destra rampante nell'Est della Germania bastano a far tirare un sospiro di sollievo al cancelliere Olaf Scholz. Gli elettori della regione tedesca che circonda Berlino hanno capito l'antifona: se volevano evitare che Alternative fuer Deutschland cantasse vittoria per la terza volta in poche settimane bisognava sostenere i socialdemocratici della Spd, il partito del cancelliere che nel Brandeburgo ha una sua storica, ancorché traballante, roccaforte. Si è così assistito a una mobilitazione degli astensionisti e a una polarizzazione del voto, che da una parte è andata a scapito dei Verdi e della Cdu, e dall'altro ha dissanguato l'ultra sinistra «tradizionale» della Linke a favore di entrambe le estreme anche il partito Bsw di Sarah Wagenknecht è andato forte, incassando un solido 12% - e ingrossato (ma non abbastanza per il primo posto) il carniere dell'ultradestra. E la Spd ha ottenuto una decente maggioranza relativa, evitando una sconfitta che sarebbe stata umiliante oltre che fortemente simbolica, perché indicativa di un declino inarrestabile.

Un successo personale per il cancelliere Scholz? Andiamoci piano. A ben vedere, in Brandeburgo i socialdemocratici hanno prevalso nonostante Scholz più che grazie al suo apporto. Basti pensare che il candidato alla presidenza regionale della Spd, Dietmar Woidke, ha cercato in ogni modo di tenere il cancelliere lontano dalla campagna elettorale brandeburghese. Una situazione che Matthias Deiss, il commentatore della Ard, primo canale della tv pubblica tedesca, ha sintetizzato così: «Il cancelliere oggi qui non aveva proprio niente da vincere, semmai molto da perdere».

Più che festeggiare una vittoria, insomma, in Brandeburgo possono provare sollievo per aver evitato un disastro anche se, con i numeri finora noti, rimane da vedere quale maggioranza di governo locale si riuscirà a comporre. Ma il punto rimane quello fin troppo noto: Olaf Scholz è un politico grigio, senza carisma e pressoché incapace di trasmettere ai suoi seguaci una vera motivazione. Arrivato alla Cancelleria più grazie a errori dei suoi avversari democristiani che per suoi reali meriti, rischia tra un anno quando i tedeschi saranno richiamati alle urne per le elezioni politiche di trascinare la socialdemocrazia a una sconfitta annunciata.

Gli analisti indicano già nel leader della Cdu Friedrich Merz il prossimo capo di governo a Berlino, e se rimane probabile che la Spd rimarrà nella maggioranza lo sarà da junior partner, e quasi certamente senza Olaf Scholz alla sua guida.

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