La Germania premia Merkel. Ma Berlino ora "processa" l'ex cancelliera

Steinmeier consegna il premio alla Merkel. Ma dopo la guerra in Ucraina molti si interrogano sull'eredità dell'ex cancelliera accusata di avere reso la Germania dipendente da Mosca

La Germania premia Merkel. Ma Berlino ora "processa" l'ex cancelliera

La decisione di insignire l'ex cancelliera tedesca Angela Merkel dell'Alta Croce al Merito divide la Germania e apre ancora una volta il dibattito sulla sua eredità politica.

Fino all'inizio della guerra in Ucraina, la Germania sembrava essere sostanzialmente uniforme nel giudizio sulla donna che l'ha guidata dal 2005 al 2021. A parte i movimenti che da sempre avevano criticato le scelte di Merkel, i partiti che avevano fatto parte della Grande Coalizione e in particolare la sua vecchia casa della Cdu (i cristianodemocratici) avevano sempre confermato la più completa stima nei confronti dell'ex cancelliera, ritenendola colei che aveva condotto Berlino a essere la vera capitale dell'Unione europea.

Dopo la fine del suo mandato e il suo ritiro dalla vita pubblica, erano iniziate a circolare già le prime critiche, ma la vittoria del suo ex vicecancelliere e ministro (pur Spd) Olaf Scholz avevano in qualche modo certificato il proseguimento della rotta impostata da Frau Merkel. Una rotta che però si è interrotta con l'invasione russa dell'Ucraina e con il rinnovato spirito atlantista e sostanzialmente anti-Mosca che ha investito una Germania che, fino a febbraio del 2022, aveva di fatto rappresentato il migliore alleato russo in Europa pur rimanendo ancorata alla Nato e all'Ue.

Le accuse a Merkel sulla sua "Ostpolitik"

Con l'inizio della guerra, le polemiche nei confronti di Merkel sono aumentate parallelamente alle decisioni di Scholz di spezzare i legami con la Russia e soprattutto alla necessità di eseguire le sanzioni volute dal blocco europeo e da quello atlantico. La Germania si è "scoperta", certo tardivamente e non senza una forma di ipocrisia, legata a doppio filo a Mosca, costringendo così l'attuale governo a una inversione a "U" su tutta la linea strategica decisa dall'ex cancelliera.

L'avere trasformato la Germania nell'hub del gas russo in Europa, la realizzazione del Nord Stream 2, la sottovalutazione delle attività di intelligence di Mosca nel Paese e non essere riuscita a frenare le ambizioni di Vladimir Putin sfociate nella guerra in Ucraina sono diventati oggetto di feroci critiche da parte delle opposizioni interne ed esterne alla Grande Coalizione, così come da altri Paesi dell'Unione europea e da Oltreoceano. Una critica che si è unita anche a quella - più velata - sui rapporti con la Cina ma che in qualche modo dimentica anche i guadagni ottenuti dal sistema tedesco proprio grazie al doppio standard applicato dalla Berlino merkeliana e dalla Ostpolitik che è sempre stata il pilastro di Angela Merkel anche quando veniva attaccata da Donald Trump e dal mondo atlantico.

Il commento del presidente Steinmeier

Il presidente della Repubblica, con parole molto lineari, ha voluto chiarire questo punto dando meriti e non lesinando critiche nei riguardi di Merkel. "Le relazioni con la Russia sono cambiate rispetto al tempo della guida di Angela Merkel in Germania", ha detto Frank-Walter Steinmeier. Rivolgendosi all'ex vertice del governo tedesco, il presidente della Repubblica - come riporta Ansa - ha ricordato dell'impegno "fino allo sfinimento" per i negoziati tra Mosca e Kiev e per rendere effettivi gli accordi di Minsk che "era anche qualcosa di doveroso per quel momento". "Altra cosa è l'attacco sferrato nel febbraio 2022. Questo ha rappresentato una cesura", ha avvertito Steinemeier, che "ha cambiato non solo il mondo ma anche il nostro modo di guardarlo. Ora dobbiamo pensare diversamente e agire diversamente".

Le parole della politica tedesca

Non è un caso quindi che l'onorificenza del presidente della Repubblica abbia dato nuova linfa alle accuse rivolte all'ex cancelliera. Critiche che, paradossalmente, sono arrivate più dalla destra che dalla sinistra tedesca. L'assenza dalla lista degli invitati del leader della Cdu, Friedrich Merz, e dei leader di Liberali e di Csu (la costola bavarese della Cdu) è sembrata più di una prova dei pessimi rapporti tra Merkel e l'attuale dirigenza cristianodemocratica e del centrodestra teutonico. Carsten Linnemann, vicepresidente della Cdu, ha detto a Ntv che l'ex leader ha "grandi meriti, soprattutto a livello internazionale" ma ha "commesso anche errori, anche eclatanti", parlando soprattutto dell'incapacità di proteggere i confini in riferimento alla crisi dei rifugiati siriani. Duro il commento degli esponenti della destra di Afd, che ritengono colpevole Merkel di essere artefice delle politiche delle porte aperte in Germania. Il segretario della Fdp, Bijan Djir-Sarai, invece, ha sentenziato che Merkel ha lasciato una Germania "non in buone condizioni".

Più favorevoli - come ricorda sempre l'Ansa - i commenti dal centrosinistra, con la socialdemocratica Saskia Esken che ha ricordato le "capacità diplomatiche" e l'"intelligenza empatica" della cancelliera,

mentre il co-leader dei Verdi, Omid Nouripour, ha sottolineato che "non è necessario essere d'accordo con tutto il suo lavoro per riconoscere i suoi grandi meriti". Dura invece la sinistra radicale di Linke.

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