I repubblicani guardano a Youngkin: chi è il governatore che potrebbe rimpiazzare Trump

Il governatore repubblicano della Virginia Glenn Youngkin potrebbe scendere in campo nelle prossime settimane sfidando Trump e rubando la scena agli altri candidati del partito

Il governatore della Virginia Glenn Youngkin
Il governatore della Virginia Glenn Youngkin
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Colpo di scena in arrivo per le presidenziali americane? In una competizione politica monopolizzata da quelli che al momento sembrano essere i due principali sfidanti per la Casa Bianca, Joe Biden e Donald Trump, arriva ora un’indiscrezione secondo la quale Glenn Youngkin, governatore repubblicano della Virginia, potrebbe presto scendere in campo. Una notizia che, se confermata, potrebbe stravolgere gli equilibri interni al Gop e non solo.

Sono settimane frenetiche per finanziatori ed esponenti anti-Trump che non vogliono rassegnarsi all’idea dell’ex presidente come massimo rappresentante, ancora una volta, del Partito dell'elefante. Il tycoon è un repubblicano atipico e di convenienza e per molti analisti sin dalla sua discesa dalle scale mobili della Trump Tower nel 2015 l’Opa ostile da lui lanciata sul mondo conservatore sta lentamente disintegrando la reputazione di un’intera classe politica. Prova ne è la destituzione dal suo incarico di speaker alla Camera di Kevin McCarthy ad opera della fazione più oltranzista vicina al miliardario.

Sino ad ora la sfida per la nomination del partito ha rivelato la debolezza della gran parte dei candidati, incluso il governatore della Florida Ron DeSantis che era considerato l’astro nascente in grado di poter raccogliere il testimone di un trumpismo senza Trump. A sorprendere nei primi due dibattiti televisivi è stata però l’ex ambasciatrice all’Onu Nikki Haley la quale ha attirato l’attenzione di qualche donatore e secondo un sondaggio della Cnn sarebbe l’unica repubblicana ad avere un chiaro vantaggio in caso di scontro diretto contro Biden con un distacco di sei punti sul presidente in carica.

In questo scenario di grande incertezza potrebbe dunque inserirsi Youngkin. Milionario ed ex dirigente del fondo di investimenti Carlyle, è stato eletto governatore della Virginia nel novembre del 2021 in uno Stato amministrato dai democratici dal 2009 e che appena un anno prima Biden aveva conquistato con un margine di 10 punti su Trump. Tra i suoi punti di forza c’è l’aver costruito la sua fortuna politica puntando su un profilo da moderato che mostra di appoggiare alcune idee del tycoon ma riesce allo stesso tempo a prenderne le distanze quando necessario.

Youngkin, come promesso ai suoi elettori, ha ridotto le tasse e garantito più potere decisionale ai genitori sull’educazione dei figli in un momento in cui l’America si divide anche su quali libri possono leggere i ragazzi a scuola. Il governatore è impegnato in questi giorni nella campagna elettorale per il rinnovo della Camera e del Senato di Richmond, una votazione che si svolgerà il mese prossimo ed è considerata un test di come il partito repubblicano potrebbe, in caso di vittoria, mostrare una strategia da applicare a livello nazionale.

Ad alimentare i rumor di un possibile ingresso di Youngkin nella competizione per la nomination repubblicana è arrivata la notizia di un meeting di due giorni che si svolgerà a metà mese in un hotel di Virginia Beach a cui prenderanno parte alcuni dei principali finanziatori del Gop proprio per manifestare il loro supporto a favore del governatore. “Sembra abbia lasciato la porta aperta” dichiara al Washington Post il donatore conservatore Thomas Peterffy il quale ritiene che l’esito delle urne per il rinnovo dell’Assemblea legislativa nello Stato sarà un momento decisivo. Nel caso, “i soldi ci sarebbero” aggiunge Peterffy mentre persino il mogul dei media Rupert Murdoch lo incoraggia a farsi avanti.

“Glenn rabbrividisce quando pensa a cosa gli farebbe Trump”. Così una fonte vicina al governatore riporta una delle preoccupazioni che lo hanno dissuaso sin qui dall’annunciare la candidatura. L'ex presidente, infatti, riserva pesanti attacchi ai suoi compagni di partito che osano sfidarlo e, a suo dire, non gli dimostrano lealtà. Tralasciando le difficoltà legate alle tempistiche stringenti – in Nevada ed in South Carolina i documenti dei candidati vanno presentati entro il mese di ottobre – c'è una considerazione che gli analisti ritengono abbia un peso non trascurabile.

Se l'establishment repubblicano e i finanziatori guardano con favore all’ingresso di Youngkin nella campagna elettorale, secondo il sito Axios la base del partito non sarebbe altrettanto entusiasta. Almeno per ora l’incantesimo del tycoon sul popolo Maga sarebbe quindi ancora troppo forte da sciogliere.

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