Trasformista e opportunista per alcuni, ambizioso e determinato per altri. La figura di J.D. Vance è controversa persino per i Repubblicani. D'altronde lui stesso in passato aveva criticato Donald Trump, salvo poi tornare sui suoi passi e diventare la nuova promessa del movimento Make America Great Again. Fino a essere investito dal tycoon del prestigioso ruolo di giovane candidato vicepresidente. Ora il 40enne sarà il suo braccio destro alla Casa Bianca nella speranza di ritagliarsi uno spazio politico di primo rilievo, scalando le gerarchie per prendersi la scena del futuro dei Repubblicani con uno sguardo all'era post-trumpiana.
L'infanzia difficile di Vance e la svolta con Elegia Americana
Nato il 2 agosto 1984 a Middletown, Ohio, tra Cincinnati e Dayton, l'infanzia di Vance non è stata facile, segnata dalla povertà e dalla lotta di sua madre con la tossicodipendenza. Così J.D. e sua sorella sono stati cresciuti principalmente dai nonni materni. Dopo essersi diplomato alla Middletown High School nel 2003, ha deciso di arruolarsi nel Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Un capitolo decisivo della sua vita.
La svolta è arrivata nel 2016 con la pubblicazione di Elegia Americana, libro nell'elenco dei best seller del New York Times nel 2016 e nel 2017, finalista per il Dayton Literary Peace Prize 2017 e vincitore dell'Audie Award for Nonfiction dello stesso anno. Il che gli ha permesso di raggiungere la fama letteraria, diventando una sorta di interprete dell'America che in quei tempi si apprestava a premiare Trump.
Il seggio dell'Ohio e la candidatura da vice
Nell'estate del 2021 Vance si è candidato per il seggio dell'Ohio al Senato, lasciato vacante da Rob Portman. Il 3 maggio del 2022 ha vinto le primarie del Repubblicani nello Stato, incassando il 32% delle preferenze e battendo la concorrenza di Josh Mandel (23%) e Matt Dolan (22%). Alle elezioni dell'8 novembre è stato eletto senatore con il 53,3% dei voti e ha così avuto la meglio sul candidato dem Tim Ryan (46,7%).
In passato non sono mancate esternazioni critiche di J.D. verso The Donald, che però con il passare del tempo lo ha considerato un "autentico convertito" e ha scommesso sul suo profilo. "Ero certamente scettico nei suoi confronti nel 2016, ma è stato un grande presidente e mi ha fatto cambiare idea. Penso che abbia cambiato le menti di molti americani", ha ammesso Vance. Che a Milwaukee, in pieno luglio, è stato nominato ufficialmente candidato vicepresidente alle presidenziali Usa.
In estate - dopo l'attentato a Butler - gli ha fatto da scudo e ha puntato il dito contro il presidente Joe Biden, accusandolo di aver esagerato nel demonizzare l'avversario. Da Never Trumper a irriducibile sostenitore, la metamorfosi dell'astro nascente della destra trumpiana d'America è completata. Con un obiettivo: diventare l'erede del tycoon.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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