Dopo «Kamala la pazza» e «Kamala la ridanciana» ora è la volta di Kamala la «gattara infelice». La nomination a candidata per la Casa Bianca si avvicina e gli attacchi diventano sempre più feroci e personali. Kamala Harris finisce sotto il «fuoco» del candidato alla vicepresidenza di Donald Trump, J.D. Vance, e le parole usate contro l'attuale vicepresidente americana indignano il popolo democratico e anche big del cinema e dello spettacolo, scatenando dure reazioni. Le polemiche sono esplose dopo che una vecchia intervista a Fox News è tornata virale sui social network nelle ultime ore. Kamala Harris, ora in corsa per la Casa Bianca, e tutte le donne che non sono madri vengono apostrofate come «un gruppo di gattare, che sono infelici nella propria vita» e che «vogliono rendere il resto del Paese altrettanto infelice». Non solo. Non ha senso, secondo Vance, consegnare il Paese a persone senza figli come la candidata democratica perché «non hanno realmente un interesse diretto» nel costruirne il futuro.
Apriti cielo. La prima a reagire è stata l'ex candidata (sconfitta) alla Casa Bianca Hillary Clinton, che ha condiviso la stessa clip su X e ha commentato ironicamente: «Che ragazzo normale e con cui è facile relazionarsi, che di certo non odia le libertà delle donne». All'attacco è partita anche Jennifer Aniston, l'attrice divenuta celebre con la serie televisiva, Friends, che ha usato invece una storia su Instagram e si è mostrata sconcertata e poco ironica: «Non posso davvero credere che queste parole vengano da un potenziale vicepresidente degli Stati Uniti. Tutto quello che posso dire è... Mr. Vance, prego che tua figlia abbia la fortuna di avere dei figli un giorno. Spero che non avrà bisogno di ricorrere alla fecondazione in vitro come seconda opzione. Perché stai cercando di portarle via anche questo», ha commentato riferendosi anche alle politiche restrittive dei Repubblicani in tema di gravidanza.
Gli attacchi sono il segnale che a poco più di cento giorni dalla sfida per la Casa Bianca, in attesa della nomination della Harris che avverrà ufficialmente alla Convention democratica del 19 agosto ma entro i 7 agosto, la campagna elettorale è già nel vivo e si sta facendo sempre più feroce. A breve è atteso il fatidico endorsement di Barack Obama alla Harris. L'attesa è dovuta con molta probabilità, più che alle riserve di Obama, alla decisione di aspettare che venga ufficializzato il nome del candidato alla vicepresidenza democratica, in modo che l'ex presidente possa dare la sua benedizione all'intero futuro ticket presidenziale.
Il tema dei diritti delle donne è uno di quelli che Kamala ha già mostrato di voler cavalcare per battere Trump. L'America sta assistendo a «un pieno assalto alle libertà e diritti per i quali si è lottato a lungo», compresa la libertà delle donne di prendere decisioni per il proprio corpo, ha detto Kamala nel discorso pronunciato alla convention delle sorority delle studentesse afroamericane a Indianapolis.
«Noi che crediamo nella libertà riproduttiva e combatteremo per il diritto delle donne di scegliere». La promessa: «Quando saro presidente degli Stati Uniti e quando il Congresso passerà una legge per ristabilire questi diritti io la firmerò, non staremo a giocare».
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