L'Astana International Forum, un'iniziativa per la pace in un tempo di guerra

Manca poco al lancio della prima edizione dell'Astana International Forum, la piattaforma di dialogo delle potenze emergenti, che si riunirà nella capitale kazaka il prossimo giugno. Del possibile impatto del formato ne abbiamo parlato col presidente di Vision and Global Trends: il politologo Tiberio Graziani

L'Astana International Forum, un'iniziativa per la pace in un tempo di guerra

Le relazioni internazionali seguono il ritmo della globalizzazione. Complessificazione e accelerazione sono le peculiarità del nostro tempo e sono anche le caratteristiche dei rapporti interstatali ai tempi delle società dell'Internet e del mondo fattosi villaggio globale.

La novità è ciò che serve agli stati per stare al passo con la velocità dei cambiamenti. E una novità, in tal senso, è la piattaforma di dialogo per le potenze emergenti ideata dal Kazakistan, l'Astana International Forum, che diventerà realtà il prossimo giugno. Obiettivi dell'evento: promuovere la pace in tempo di guerra, difendere neutralità, disallineamenti, multiallineamenti e non-allineamenti nel tempo della (ri)polarizzazione del mondo in blocchi contrapposti. Sogno del Kazakistan: essere il megafono del nuovo mondo che avanza.

Multivettorialità, la politica secondo Astana

La multivettorialità, cioè una politica estera orientata in più direzioni – tutte parimenti importanti, nessuna prevalente –, è stato lo strumento prediletto degli attori-chiave dello spazio postsovietico alla ricerca di autonomia strategica negli anni successivi alla dissoluzione dell'Unione Sovietica.

Azerbaigian e Kazakistan sono gli stati della realtà ex-sovietica che più hanno puntato sulla multivettorialità, dimostrando di essere in grado di dialogare con tutti senza schierarsi con nessuno. Il Kazakistan, in particolare, nel nome della multivettorialità ha partorito degli eventi-per-tutti di proiezione globale come il Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, è stato il tetto di conferenze multilaterali e di pace ad alto impatto, come il Processo di Astana per la crisi siriana, ed è ora in procinto di inaugurare l'Astana International Forum.

Gli organizzatori hanno descritto il forum in divenire come una "piattaforma per delegati [...] di governi, organizzazioni internazionali, mondo affaristico e accademia". Per il presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, potrebbe essere l'occasione "di costruire nuovi ponti e di consolidare legami, riunendo [gli stati] per superare le sfide collettive che stiamo affrontando".

L'opinione di Tiberio Graziani

Quattro saranno le macro-aree di interesse globale di cui discuteranno i partecipanti all'Astana International Forum il prossimo giugno, nelle giornate dell'8 e del 9: politica estera e sicurezza; sostenibilità ed energia; clima; economia e finanza. E di quali potrebbero essere i risultati di questa due giorni ne abbiamo parlato con Tiberio Graziani, presidente di Vision and Global Trends.

Secondo il politologo, che è un profondo conoscitore dello spazio postsovietico, l'evento è di grande importanza "alla luce degli avvenimenti dell'ultimo anno e mezzo", in particolare "la crisi socioeconomica" che ha colpito il Kazakistan a inizio 2022 e la guerra tra Russia e Ucraina scoppiata di lì a breve.

Nell'arena globale, ha proseguito Graziani, è sentito il bisogno di eventi multilaterali che sappiano partorire "iniziative che rendano il mondo più pacifico e riducano le tensioni attuali". L'auspicio è che l'AIF possa essere questo forum. Anche perché, ha ricordato il politologo, "Astana è storicamente stata un hub per la ricerca e la produzione di soluzioni ai problemi internazionali" e questo tipo di iniziative, come l'AIF, "riflettono ed esplicitano la sua politica estera multivettoriale".

Secondo Graziani, "sarebbe interessante se Astana, in questo forum, prendesse l'iniziativa in riferimento alla crisi russo-ucraina". Cosa che ne consacrerebbe l'ingresso nel ristretto club di attori che dallo scorso anno hanno provato a portare i belligeranti al tavolo della pace.

E che, non meno importante, ne consoliderebbe il ruolo di alfiere della multivettorialità in un'"area di frammentazione [...] che sente le pressioni di Russia e Cina e che è l'oggetto di un crescendo di iniziative diplomatiche dell'Occidente".

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