L'ok Usa ai raid in Russia e i limiti della mossa di Biden: cosa può succedere

L'amministrazione americana dà via libera all’Ucraina per colpire il territorio russo con armi Made in Usa. La manovra risulta tuttavia interessata alla sola Oblast di Kharkhiv, squassata da aspri scontri. Cosa può succedere

L'ok Usa ai raid in Russia e i limiti della mossa di Biden: cosa può succedere

Sin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 l’amministrazione Biden ha costantemente mantenuto una chiara politica di divieto di colpire il territorio russo con armi statunitensi. L’unica eccezione è stata rappresentata dalla Penisola di Crimea, il cui status viene considerato da Washington come un territorio ucraino soggetto ad occupazione russa. La decisione della Presidenza americana ha tuttavia limitato significativamente le capacità ucraine di condurre attacchi in profondità nel territorio russo, suscitando le ire di Kiev, che ha più volte chiesto la rimozione di tale divieto.

L’Ucraina dispone infatti di munizioni circuitanti a lungo raggio che negli ultimi mesi hanno messo a segno importanti attacchi contro infrastrutture militari ed economiche russe, tuttavia, esse non dispongono della potenza dei sistemi statunitensi; pertanto, i danni arrecati risultano nettamente meno gravi e più semplici da riparare. Al contempo l’Ucraina pur avendo significativamente incrementato la produzione di sistemi missilistici a lungo raggio, non dispone ancora delle capacità produttive per poter condurre da sola tali operazioni. La politica statunitense ha consentito alla Federazione Russa di perpetuare con un certo successo l’utilizzo di impianti industriali e installazioni militari relativamente vicine all’Ucraina, semplificando significativamente il prosieguo delle operazioni russe.

Kharkhiv, secondo atto

Nei primi mesi del 2024 la Federazione Russa ha nuovamente ammassato un considerevole numero di truppe in prossimità dell’Oblast di Kharkhiv. A dispetto della consapevolezza di tale manovra, l’Ucraina non ha potuto porre in essere alcun attacco contro le formazioni russe in virtù del divieto imposto dal Presidente Biden. Ciò ha consentito a Mosca di accumulare un quantitativo di forze sufficienti a sferrare una nuova offensiva nell’Oblast, ufficialmente iniziata il 10 maggio. Le forze militari russe sono riuscite a conquistare circa 13 villaggi arrivando sino alla città di Vovchansk, interessata da imponenti scontri urbani.

In conseguenza della nuova offensiva russa l’Amministrazione Biden ha subito una forte pressione interna per autorizzare l’impiego di armi statunitensi sul territorio russo, specie alla luce della fornitura di missili MGM-140 ATACMS all’Ucraina. In virtù di ciò il Segretario di Stato Anthony Blinken aveva privatamente dichiarato il proprio supporto all’eliminazione del divieto durante una visita nella capitale ucraina Kiev. In seguito, la Casa Bianca è stata sottoposta ad una pressione internazionale sempre più rilevante da parte degli alleati europei, i quali hanno progressivamente dato all’Ucraina via libera per utilizzare le armi da loro fornite contro il territorio russo.

La fine del divieto

Il presidente Biden si è infine risolto a concedere il via libera all’Ucraina per l’impiego di sistemi d’arma statunitensi in territorio russo. La decisione della presidenza americana risulta tuttavia limitata sia in termini geografici, sia in termini di obbiettivi. L’Ucraina potrà infatti colpire solo le concentrazioni di truppe russe, nonché impiegare i sistemi missilistici antiaerei per intercettare i missili diretti verso il proprio territorio e i bombardieri a lungo raggio in procinto di lanciare missili, ma solo ed unicamente nelle aree adiacenti all’Oblast di Kharkhiv.

Diversi ufficiali dell’intelligence e delle forze militari statunitensi hanno sottolineato come la rimozione del divieto rappresenti un atto dal forte valore militare. La possibilità da parte dell’Ucraina di colpire obbiettivi militari adiacenti all’Oblast di Kharkhiv renderà infatti nettamente più difficile per Mosca far affluire rinforzi e combattimenti, rendendo la Russia potenzialmente non più in grado di sostenere una forza militare adeguata al prosieguo dell’offensiva. Contestualmente, l’abbattimento dei missili e dei bombardieri russi prima del loro arrivo sul territorio ucraino ridurrà non solo i danni per la popolazione civile, ma consentirà anche di contenere le perdite militari ucraine, dando a Kiev la possibilità di opporsi con maggiore successo alle manovre di Mosca.

Lo stallo

A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina l’amministrazione Biden è riuscita a formare con successo una vasta coalizione internazionale volta a sostenere lo sforzo bellico di Kiev, coordinando contestualmente l’imposizione di sanzioni che hanno avuto un certo impatto sull’economia di Mosca. Tuttavia, sin dall’inizio del conflitto il Presidente americano ha mostrato una forte cautela tanto nella selezione dei sistemi d’arma da inviare a Kiev, quanto nelle modalità di utilizzo di queste ultime.

Le politiche di Biden hanno suscitato forti malumori da parte ucraina e limitato significativamente in alcuni casi le capacità offensive di Kiev. Allo stato attuale gli Stati Uniti hanno adottato una strategia di lungo termine sull’Ucraina fondata sul concetto di hold and build, tuttavia, la forte cautela di Biden relativa all’uso di armi americana verso altre regioni russe risulta in contrasto con quest’ultima.

La distruzione di infrastrutture strategiche militari ed economiche in profondità nel territorio russo risulta infatti essere un elemento centrale dietro la strategia statunitense, il quale necessita forzatamente del permesso di impiego di sistemi d’arma a lungo raggio sulla totalità del territorio russo. Il quadro che emerge è quello di un’amministrazione presidenziale che pur avendo una chiara strategia non risulta propensa ad impiegare gli strumenti necessari per il suo corretto perseguimento.

Ciò potrebbe impattare in maniera profondamente negativa sul prosieguo delle operazioni ucraine, determinando una perpetuazione del presente stato di stallo.

L’eventuale successo militare ucraino nel lungo termine dipenderà in buona parte dalla ricomposizione dell’asimmetria della strategia di lungo termine statunitense con le risorse e le modalità di impiego dei sistemi d’arma necessari al suo corretto perseguimento.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica