L’Argentina vira a destra: il liberista Milei trionfa alle primarie presidenziali

L’ha spuntata l’outsider della coalizione “La libertà avanza” con il 30 per cento delle preferenze: ora è lui il frontrunner per la presidenza della Repubblica alle elezioni del 22 ottobre

L’Argentina vira a destra: il liberista Milei trionfa alle primarie presidenziali
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Risultato sorprendente alle primarie presidenziali dell’Argentina: a sorpresa ha trionfato l’economista liberista Javier Milei, candidato della coalizione di destra La libertà avanza (Lla). Noto per le sue invettive contro la casta della politica, il cinquantaduenne è risultato in assoluto il più votato con il 30 per cento delle preferenze ed è diventato ufficialmente il frontrunner in vista delle elezioni per la presidenza della Repubblica in programma il prossimo 22 ottobre. Milei se la vedrà con l’attuale ministro dell’Economia Sergio Massa (Unione por la patria, coalizione di governo) e con l’ex ministra della sicurezza Patricia Bullrich (Juntos por el cambio, coalizione di centrodestra), rispettivamente fermi al 21 e al 16,7 per cento.

L'Argentina vira a destra

Il peronismo al governo esce con le ossa rotte da queste primarie presidenziali: Lla è diventata la prima forza politica dell’Argentina con il 30 per cento, seguita da JxC con il 28,25 per cento e da Upp con il 27,07 per cento. L’egemonia kirchnerista sembra avviata verso il tramonto, per la gioia di Milei: “È la fine della casta parassitaria, ladra e inutile di questo Paese”. Forte di sette milioni di preferenze, l’economista rappresenta l’elemento di rottura nel quarantennale bipolarismo tra destra e sinistra: "L'unico cambio vero è il nostro. Una Argentina diversa è impossibile con quelli di sempre".

Noto per i suoi eccessi verbali, Milei parte come favorito in vista del voto del 22 ottobre, ma la strada è ancora lunga. Secondo gli esperti, l’economista liberista ha già incassato il grosso del potenziale elettorale a sua disposizione, ma i sondaggi sono già stati smentiti in un’occasione. Un altro dato da non sottovalutare è quello dell’affluenza, ferma al 69 per cento degli aventi diritto: la cifra più bassa da quando si è iniziato a usare il meccanismo attualmente in vigore, ossia dal 2009.

Le reazioni

"Siamo in condizioni di vincere al primo turno... un terzo degli argentini ha deciso per il cambio", le parole di Milei dopo il trionfo: "Siamo di fronte alla fine del modello della casta, quel modello la cui massima espressione è l'aberrazione chiamata giustizia sociale che solo produce deficit fiscale. Oggi abbiamo dato il primo passo per la rinascita dell'Argentina".

L’economista ha ricevuto gli applausi dagli spagnoli di Vox: “Congratulazioni a tutti gli argentini che vogliono voltare pagina sull'indebitamento sistemico, la corruzione, il saccheggio delle classi medie e la sottomissione alle agende disintegrative della sinistra globale”.

Per l’ex presidente Mauricio Macri si tratta di un cambio epocale per l’Argentina, che “lascia definitivamente alle spalle idee molto dannose che hanno solo generato povertà, problemi e disunione tra gli argentini”.

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