Arresti e messaggi su Telegram: la minaccia del Cremlino ai sostenitori di Navalny

Il regime dello zar si prepara al "Mezzogiorno contro Putin", iniziativa lanciata dall'oppositore morto in carcere per convincere i cittadini russi a esprimere la propria contrarietà al governo del Cremlino

Arresti e messaggi su Telegram: la minaccia del Cremlino ai sostenitori di Navalny
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In Russia si continua a votare per le elezioni presidenziali e gli oppositori del regime attendono lo scoccare delle 12 di domenica 17 marzo, per l'iniziativa “Polden protiv Putina” (“Mezzogiorno contro Putin”) lanciata da Alexei Navalny e sostenuta dai suoi collaboratori e dalla vedova Yulia. Un monito anonimo è stato spedito tramite le app di messaggistica Telegram e Signal a molti di coloro che hanno pianificato di partecipare a questa forma di prostesta. "Indipendentemente dal fatto che sostiene le idee delle organizzazioni estremiste, siamo contenti che voterai a Mosca", si legge nel messaggio, che invita tutti a partecipare alla consultazione in "modo calmo" e "senza code o provocazioni". Intanto, si sono verificati altri momenti di tensione a Ekaterimburg, dove una donna ha cercato di versare del colorante verde nelle urne, mentre nella regione di Altai un pensionato ha tentato di danneggiare le schede. I due sono stati bloccati e arrestati dalla polizia

L’iniziativa delle "tre P" di Navalny consiste nel recarsi in massa alle urne a mezzogiorno di domenica, dall’exclave di Kaliningrad fino a Vladivostok, e annullare la propria scheda, sbarrare il nome di un paio di candidati in modo che non venga riutilizzata, scriverci il nome di Navalny o votare per chiunque non sia Putin e abbia anche solo la minima possibilità di ottenere un successo significativo. L’indicazione data dallo staff del dissidente morto nell’Artico è stata di scegliere Vladislav Davankov di “Gente Nuova”, l’unico esponente che pur senza criticare la guerra in Ucraina ha più volte proposto una soluzione pacifica, ovviamente alle condizioni del Cremlino.

La Procura della Federazione ha già tentato di bloccare l’iniziativa, ricordando che assembramenti non autorizzati saranno sanzionati. I cittadini che si recano ai seggi senza commettere alcun tipo di azione criminale, però, non possono essere fermati ed è proprio su questo che ha puntato Navalny, descrivendo le “tre P” come un modo sicuro per far sentire la propria voce. Manifestare apertamente contro le direttive dello zar, infatti, comporta l'arresto immediato, il processo e il carcere per giorni, mesi o addirittura anni. Il voto anonimo e il segreto della cabina elettorale potrebbero dunque dare ai russi il coraggio di opporsi al regime e l’iniziativa potrebbe riscuotere un successo imprevisto.

Molti cittadini della Federazione hanno già dimostrato la loro intenzione di andare contro il Cremlino, recandosi in migliaia ai funerali di Navalny, portando per giorni fiori sulla sua tomba e compiendo atti vandalici contro i seggi elettorali nella giornata di venerdì 15 marzo. Due di questi sono stati dati alle fiamme, mentre in altri cinque è stato versato del liquido verde sulle urne. Difficilmente, però, il “Mezzogiorno” basterà a ribaltare il risultato di una votazione il cui esito è già scritto.

Con ogni probabilità, Vladimir Putin sarà riconfermato alla guida del Paese e manterrà la sua linea per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, ordinando una nuova mobilitazione, e l’allineamento internazionale della Russia.

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