(Roma) L'ambasciatore Mohammad Reza Sabouri parla con alle spalle la bandiera della Repubblica islamica dell'Iran e una carta del Medio Oriente. I suoi collaboratori sono gentili e forse un po' sorpresi dell'intervista, ma nell'esplosivo ginepraio mediorientale vanno sentite tutte le parti in causa. Diplomatico di carriera, Sabouri non si scosta di un millimetro dalla linea ufficiale. L'ambasciatore critica l'Europa per il doppio standard, ma sembra più disponibile con l'Italia. Non condanna l'attacco stragista del 7 ottobre però giura che il programma nucleare iraniano rimarrà civile.
Cosa pensa delle nuove sanzioni annunciate dall'Unione europea nei confronti dell'Iran per la rappresaglia su Israele?
“Spiace notare come l'Unione europea prenda rapidamente decisioni ponendo ulteriori restrizioni illegali contro la Repubblica islamica dell'Iran. Per ironia della sorte la ragione di ciò è il diritto dell'Iran di difendersi dall'aggressione illegale del regime israeliano. Invitiamo l'Unione europea ad adottare un comportamento responsabile e ad abbandonare i doppi standard. La stessa Unione europea che non è disposta a condannare nemmeno verbalmente l'aggressore contro l'attacco terroristico all'ambasciata iraniana a Damasco, condanna la vittima di questa azione contraria agli standard internazionali condivisi, oppure tace di fronte al massacro di quasi 35.000 Palestinesi (13mila sarebbero combattenti di Hamas secondo Israele nda). D'altro canto, sanziona e punisce i gruppi di resistenza che difendono il proprio popolo e la propria terra”.
L'Italia ha giocato un ruolo nella scalata nella regione dopo attacchi e contrattacchi?
“Spiegando le ragioni delle operazioni militari delle forze armate della Repubblica islamica dell'Iran, abbiamo chiesto all'Italia di adempiere alla propria responsabilità in quanto Paese importante in Europa e presidente di turno del G7, nel dare il suo contributo alla stabilità e sicurezza regionali. Fermare la macchina da guerra del regime israeliano nei territori palestinesi occupati, facilitare la fornitura di aiuti umanitari e consentire agli sfollati palestinesi di tornare alle proprie case, possono essere passi importanti forniti dall'Italia e da altri paesi europei per favorire la stabilità e la pace”.
Come giudicare l'attacco di Hamas del 7 ottobre, che ha causato la guerra a Gaza?
“Le radici delle operazioni di Hamas del 7 ottobre non dovrebbero essere ricercate in quel mese, quell'anno o qualche anno prima. L'azione di Hamas affonda le sue radici in 70 anni di occupazione del regime israeliano e nel silenzio della comunità internazionale dinnanzi ad esso o addirittura nella vicinanza mostrata a quel regime, nonchè alle inefficaci iniziative annunciate per la costituzione di uno stato palestinese. Come si può pretendere che una nazione rimanga in silenzio di fronte all'usurpazione della propria patria? Anche nei limiti territori lasciati ai palestinesi tutto è sotto il controllo di Israele. Non si può pretendere che una nazione privata di tutti i suoi diritti rimanga immobile e in silenzio”.
E gli ostaggi israeliani?
“Accettino le condizioni di Hamas e il problema si risolve”.
Lo scontro diretto fra Iran e Israele si è calmato, ma potrebbe riprendere?
“La Repubblica islamica dell'Iran crede alla pace e alla stabilità nella regione. La stabilità si instaura grazie alla mancanza di tensione. Ma se Israele crea tensione allora l'Iran risponderà con forza”.
Può garantire che il programma nucleare iraniano non diventerà mai militare?
“Il programma nucleare non ha alcuna dimensione militare, esso non rientra nella dottrina militare iraniana e non perseguiamo alcuna strategia militare attraverso il programma nucleare. La fatwa della Guida suprema della Rivoluzione islamica (Alì Khamenei nda) proibisce esplicitamente dal punto di vista religioso l'utilizzo delle armi nucleari. Le affermazioni avanzate da alcuni paesi occidentali, in particolare dagli Stati Uniti, sono in linea con un obiettivo più ampio, ovvero quello di fare pressione sulla Repubblica islamica dell'Iran affinché accetti la loro presunta leadership nel mondo.
Quale dei documenti o rapporti internazionali dell'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica ha mai menzionato un programma militare nucleare dell'Iran? Attualmente sono gli Stati Uniti che, con le loro eccessive pretese, hanno impedito il progresso dei negoziati. Non siamo stati noi ad abbandonare il tavolo delle trattative”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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