Crollo dei Verdi e rafforzamento della destra conservatrice. Le recenti elezioni federali tenute in Svizzera per eleggere il nuovo Parlamento hanno delineato un quadro molto chiaro in controtendenza rispetto a quelle che erano state le competizioni alle urne precedenti. Del resto il partito ecologista era stato la vera sorpresa delle ultime elezioni del 2019 e invece domenica scorsa si è dovuto accontentare di un 9,1% dei voti validi, ovvero 4,1 punti percentuali in meno rispetto a quattro anni fa. Ma se il cambiamento climatico è sempre percepito in maniera positiva tra i cittadini elvetici, come mai c'è stato proprio adesso questo calo del partito che ha sempre storicamente rappresentato le istanze ambientalisti?
Alcuni tra i maggiori esperti politologi svizzeri hanno cercato di rispondere a questi interrogativi nel corso dell'analisi post-voto. Secondo Martina Mousson, politologa del gfs.bern, il declino dei Verdi è legato al contesto attuale, sia all'estero che in Svizzera; con una situazione radicalmente diversa da quella di quattro anni fa. "Sebbene la questione del clima rimanga una delle principali preoccupazioni degli svizzeri e delle svizzere, non era chiaramente un tema rilevante per le elezioni ed è stato messo in ombra da altre questioni globali", come la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, la situazione economica, l'inflazione, l'emergenza immigrazione, analizza Mousson. "La Svizzera non è l'unico Paese interessato da questa tendenza", osserva.
Samuel Jaberg, vicedirettore di swissinfo.ch, va ancora più in profondità: "Durante la campagna elettorale del 2019, il clima e l'ambiente avevano dominato il dibattito pubblico e avevano provocato una grande mobilitazione a sinistra dello spettro politico, in particolare con l'organizzazione degli scioperi per il clima. Quest'anno non è stato così". Questo è stato dipeso anche dal fatto che le formazioni ecologiste "non sono riuscite a rendere attraente il cambiamento climatico. Al contrario, hanno sofferto a causa delle azioni estreme condotte dai movimenti climatici più radicali, che suscitano incomprensione e persino rabbia in ampie fasce della popolazione". Ecco quindi che qua si dimostra come le azioni degli attivisti di Ultima generazione si siano ritorte contro quegli stessi movimenti politici che hanno sempre sostenuto le loro battaglie, anche a costo di bloccare il traffico delle città per ore.
Insomma: più gli ecovandali protestano, più le persone anche meglio disposte ad ascoltare le preoccupazioni di questi militanti ecologisti si infuriano e si allontanano sempre di più da quelle battaglie. Un effetto opposto che certifica una tendenza quasi paradossale "in un momento in cui gli eventi meteorologici estremi sono in aumento e il cambiamento climatico continua a inquietare moltissima gente in Svizzera", scrive swissinfo.ch. Tuttavia, il fatto che faccia caldo in ottobre "non è la preoccupazione principale della popolazione, una parte crescente della quale fatica ad arrivare a fine mese.
L'emergenza climatica potrebbe anche generare un senso di impotenza in seno all'elettorato". Chissà se anche in Italia la sinistra riuscirà comprendere che è necessario intercettare questo tipo di esigenza e non fossilizzarsi esclusivamente sulle tematiche ambientaliste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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