Ha "sorpreso i critici" e "sfidato i profeti di sventura, soprattutto quelli al di là dei confini italiani". Così Giorgia Meloni ha smentito gli scettici e conquistato la fiducia degli osservatori internazionali. Stavolta il plauso al premier italiano è di quelli che valgono il doppio, perché arriva proprio da quella stampa straniera che spesso ha bistrattato la leader di Fratelli d'Italia, con una buona dose di faziosità. Il tempo è però stato galantuomo e ha dato ragione al nostro capo di governo. Lo ha riconosciuto sulle proprie pagine anche il Washington Post. In un un'opinione di Lee Hockstader, Meloni è stata promossa per l'avvio del suo esecutivo e per la propria capacità di rafforzarsi nei consensi con il passare del tempo.
"Telegenica, veloce e intelligente", Meloni ha sfidato quanti preconizzavano scenari spaventosi nell'eventualità di un suo arrivo alla guida dell'Italia. Chiaramente quei "profeti di sventura" - come li definisce lo stesso Washington Post - hanno avuto torto e la leader di Fratelli d'Italia è anzi riuscita ad avviare un'azione di governo pragmatica e coerente con le proprie promesse elettorali. "Chi si aspettava una versione italiana della deputata Marjorie Taylor Greene", l'alleata di ferro di Donald Trump, si è trovato davanti una persona più allineata ai "conservatori tradizionali come l'ex governatrice del South Carolina, Nikki Haley", annota la testata statunitense, citando nomi conosciuti alla propria platea di riferimento.
Dall'editorialista Lee Hockstader è arrivata poi una tranvata ai critici secondo i quali Meloni sarebbe stata isolata in Europa e ridotta a un ruolo marginale. Tutto il contrario rispetto a quel che si è verificato: nel suo articolo, l'opinionista statunitense ha infatti citato "i suoi rapporti pragmatici con l'Europa", spingendosi anche in una previsione politica. Si legge sul Washington Post "il suo successo potrebbe essere un modello per altri esponenti di destra in Europa". Da oltreoceano viene inoltre apprezzata la politica estera del nostro premier, in particolare al suo convinto posizionamento filo-atlantista e a sostegno dell'Ucraina.
Meloni si è schierata con l'Ucraina e da quando ha assunto l'incarico "è stata tutta sorrisi con l'Unione Europea", mette in evidenza il Washington Post. E ancora: "La sua spina dorsale rigida ha contribuito a riaffermare il posto di Roma nelle grandi leghe transatlantiche come partner affidabile della Nato. E la sua stella sta crescendo anche nel G7, che sovrintenderà alla ricostruzione a lungo termine dell'Ucraina". L'apprezzamento nel contesto internazionale e quello da parte degli italiani - ricostruisce il quotidiano americano - ha quindi consentito di mangiare sia il panettore, sia la colomba. Anzi, "quando è arrivato il momento della colomba, il dolce che si mangia a Pasqua, la sua presa è sembrata ancora più salda", scrive Lee Hockstader.
Nell'articolo vengono citati l'ascesa di Elly Schlein alla guida del Pd ma anche il consenso crescente per il premier. "Gli italiani l'hanno premiata con numeri di sondaggi in progressivo miglioramento".
Da parte della stampa americana c'è poi l'attenzione alle prossime consultazioni europee, descritte come una sorta di "referendum di metà mandato per la sua performance". Se dovesse ottenere un buon risultato - annota la testata statunitense - Meloni "potrebbe restare in carica e mangiare molti altri panettoni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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