Sembrava che la soluzione adottata dalla Francia dopo l'approdo di Ocean Viking fosse riuscita nell'intento di salvare la faccia, davanti agli attacchi dell'opposizione, ad Emmanuel Macron. L'Eliseo, come si ricorderà, venerdì scorso aveva predisposto la creazione di una zona di attesa internazionale in cui confinare i 234 migranti sbarcati.
Martedì il ministro dell'Interno francese, Gerald Darmanin, aveva poi reso noto che per 44 di loro erano già state avviate le procedure di espulsione. Tutto quindi sembrava filare liscio: i migranti non avevano varcato formalmente la frontiera, placando così le ire degli avversari politici di Macron, e chi non aveva i titoli stava già per tornare a casa.
Ma le grane in realtà erano dietro l'angolo. Esaminare le domande di asilo presentate dai migranti sta richiedendo molti più giorni. E ora il tempo massimo di permanenza previsto dalla legge nelle zone di attesa si sta esaurendo. In definitiva, i migranti a breve potrebbero essere liberi di lasciare la struttura in cui sono stati confinati.
Quei problemi che rischiano di vanificare la strategia francese
Il primo intoppo al piano di Macron è arrivato tra lunedì e martedì ed è stato evidenziato dal quotidiano Le Figaro. La legge francese prevede, per mantenere una persona in uno stesso luogo per più di 96 ore, un apposito provvedimento del giudice della libertà e della detenzione. Il provvedimento in questione per quattro cittadini della Guinea ha presentato dei vizi di forma. E quindi i quattro migranti hanno potuto lasciare la struttura adibita a zona di attesa internazionale.
È poi arrivata la grana relativa ai minori non accompagnati. Sono in totale 44 e per legge non possono essere trattenuti contro la loro volontà. Almeno 30 di loro, come sottolineato giovedì dal presidente del dipartimento di Var, Jean Luis Masson, sono già andati via spontaneamente.
Ma forse questo per il governo francese è l'ultimo dei problemi. Christophe Paquette, vice direttore aggiunto per la solidarietà del dipartimento di Var, ha detto a chiare lettere alla stampa locale che i minorenni usciti dalla struttura hanno intenzione di andare verso il nord Europa per ricongiungersi con i propri parenti. Parigi quindi, così solerte nell'evitare i movimenti secondari quando coinvolgono il proprio territorio (ne sanno qualcosa i migranti respinti ogni settimana a Ventimiglia), li ha lasciati andare.
Il vero problema però adesso si è presentato per tutti gli altri migranti ancora presenti nella zona di attesa internazionale. Togliendo i 44 minori non accompagnati e i quattro guineani andati via, nella struttura sono attualmente presenti 186 migranti adulti. Tra questi ci sono i 44 con il foglio di via per i quali si stanno predisponendo i rimpatri. In totale quindi, ci sono 142 persone in attesa di sapere il proprio destino.
E che, nel giro di poche ore, potrebbero essere tutte libere di andare. Come sottolineato dai media francesi, il tempo di permanenza nella zona di attesa non può superare i quattro di giorni. La polizia di frontiera ha chiesto altro tempo per dare modo alla magistratura di esaminare tutte le domande di richiesta di asilo presentate.
Una proroga sarebbe in effetti stata concessa, ma ci sarebbero pochi giudici a disposizione per smaltire l'importante mole di lavoro venutasi a creare. E così, senza altre concessioni, tra non molto i migranti potrebbero varcare ufficialmente la frontiera francese. Con Parigi che quindi non avrebbe più tempo per il loro ricollocamento in altri Paesi europei. La Germania ad esempio, aveva fatto sapere di essere disposta a farsi carico di almeno 80 migranti.
Una grana politica per Macron
L'Eliseo rischia di uscire ulteriormente ridimensionato. La leader di Rassemblement National, Marine Le Pen, già nei giorni scorsi ha accusato il presidente francese Emmanuel Macron di lassismo sull'immigrazione.
La creazione di una zona di attesa internazionale ha contribuito in qualche modo a smorzare i toni. Ma se la strategia dovesse fallire e alla fine quasi tutti i migranti dovessero entrare in Francia, la bagarre potrebbe riaccendersi. Con il presidente francese costretto a guardarsi da un fronte interno sempre più surriscaldato.
Già in relazione alla fuga dei minori non accompagnati, la stessa Le Pen è tornata
ad accusare l'Eliseo. "Il nostro governo - ha scritto in un tweet - è stato umiliato dalla fuga di 26 minorì dell'Ocean Viking e i francesi riscontrano, ancora una volta, che tutto questo è fuori controllo".Emmanuel Macron et Gérald Darmanin ont leur « affaire Leonarda ». Notre gouvernement est humilié par la fugue de 26 "mineurs" de l’Ocean Viking et les Français constatent, une fois de plus, que tout cela est hors contrôle.
— Marine Le Pen (@MLP_officiel) November 18, 2022
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