Le 10 regole per trovare la giusta distanza con i figli

Dal "paletto" al "silenzio attivo": guida per trattare con gli adolescenti. Sfatando il mito del dialogo a ogni costo

Le 10 regole per trovare la giusta distanza con i figli
00:00 00:00

1. Non trattarlo come un bambino: l'infanzia è finita

A 13 anni il lettone con mamma e papà non è più un'opzione. Gli adolescenti devono percepire di essere in una nuova fase della loro vita dove non sono trattati in una logica di dipendenza, ma di sviluppo della loro capacità di allontanarsi. L'accudimento rappresenta un ostacolo inutile. Bisogna evitare comportmenti che li facciano sentire bambini, ostaggi di genitori che esercitano un atteggiamento di possesso, pretesa, dominio.

2. Non pretenderlo maturo

L'adolescenza non è una malattia. Il cervello è in piena riorganizzazione. Una delle caratteristiche è l'asincronia delle diverse regioni cerebrali. Non sintonizzano i loro obiettivi con la realtà effettiva, pensano di poter fare qualcosa che non le corrisponde. Ed è tutto normale. Ma attenzione: non siete i terapeuti dei vostri figli.

3. L'armonia? È un'illusione

Insistere nella ricerca di rapporti gradevoli e armoniosi porta solo frustrazione reciproca. Meglio accettare l'inevitabilità del conflitto e imparare a gestirlo. Educare significa costruire processi di apprendimento, non «controllare», secondo Novara pretesa (irreale) di un certo immaginario sociale

4. Mamma, passa la palla al papà

In adolescenza il ruolo paterno è cruciale. Si deve innescare un gioco di squadra spostato sul padre. Le madri devono fare un passo indietro senza sparire ma modificando il loro ruolo. Come? Ad esempio usando il noi invece dell'io, lasciando che il padre sia il riferimento. Il modello relazionale passa da «codice materno» - basato su accudimento e compiacenza - a quello paterno che incoraggia la responsabilità e il coraggio. Se il padre è assente, è la madre che deve adottare questo approccio

5. La tecnica del paletto

Il bisogno di libertà è legittimo, ma va gestito con regole chiare. Usa la «tecnica del paletto»: metti un limite e negozia lo spazio di libertà. Esempio, la paghetta. Il paletto è la cifra legata all'età e alla disponibilità economiche familiari (dai 5 euro a 11-12 anni ai 20 euro a 17-18 anni). Si negozia il giorno in cui si riceve. Oppure lo smartphone. Paletti: età e tempo di utilizzo. Vietato sotto i 14 ani, i social non prima dei 16 anni. L'uso consentito: massimo un'ora e mezza fino a 14 anni, due ore a 16 anni, ma il tempo va spezzato. Mai di notte.

6. No all'isolamento

Sociale e virtuale. Il ritiro è la peggior cosa: sostieni i suoi tentativi di avere un gruppo o una compagnia. Incentiva coltivare amicizie e attività collettive, anche se non dovessero corrispondere del tutto alle aspettative del genitore.

7. Silenzio attivo

Niente urla, evita gli eccessi emotivi. Se il figlio è aggressivo, usa il «silenzio attivo», ossia sospendi la parola per mezza giornata o una giornata intera, evitando lo spiegone o le sgridate. Il silenzio non è un ricatto, non è una ritorsione, non è una reazione emotiva, non è una punizione ma un legittimo semaforo rosso per comunicare che è stato superato il limite.

8. La «tecnica del gatto»

Meglio ascoltare che giudicare. Meglio attendere che incalzare con domande del tipo «Come è andata a scuola?» «Che problemi hai?» «Cosa mi stai nascondendo? Aspetta. La «tecnica del gatto» è centrata sul principio dell'attesa. Il gatto quando vuole si avvicina e fa le fusa, altrimenti graffia. Così bisogna comportarsi con gli adolescenti: aspettarli.

9. La comunicazione?

Di servizio. Basta discorsi interminabili o confidenze forzate. Il linguaggio deve essere concreto, asciutto, con indicazioni operative di natura organizzativa e procedurale. Niente spiegoni, dialogo a ogni costo né confidenza alla pari. La «comunicazione di servizio» non è un ordine, non è mancanza di ascolto, indifferenza. Si basa su una legittima distanza che riconosce nell'adolescente le componenti di crescita, le rispetta e offre un assist.

Esempio: invece di «Porti o no fuori il cane?» «Va portato fuori il cane». Punto

10. Crea la giusta distanza educativa

Questo garantisce i reciproci ruoli. Permette al genitore di non lasciarsi risucchiare e lascia quello spazio di libertà dove papà e mamma fanno da argine e da sponda per aiutare i figli a prendere il largo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica