Berlusconi ridisegna l'attacco: "Io regista e Salvini goleador"

Il Cavaliere lancia il leghista, ma lui prende tempo: "Calma e sangue freddo". Blinda il patto del Nazareno e apre ad Alfano. La replica: no a Matteo leader

Berlusconi ridisegna l'attacco: "Io regista e Salvini goleador"

RomaL'unità del centrodestra davanti a tutto. Per Silvio Berlusconi è un mantra che ripete, a porte chiuse, al comitato di presidenza di Forza Italia ed in pubblico alla presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa.

È talmente convinto del valore dell'unità che, sebbene non gli piacciano le ultime modifiche al Patto del Nazareno (una su tutte, il premio alla lista), è pronto ad accettarle: convinto che, in tal caso, il centrodestra si possa presentare alle elezioni con una lista unica. Da Alfano a Salvini. «Non ho paura della lista unica. E credo che, alla fine, anche la Lega sarebbe obbligata». E proprio su Salvini, sul suo ruolo nel centrodestra, Berlusconi si sbilancia. Potrà essere il futuro leader? chiede Vespa. «Se ne può discutere», risponde secco il Cavaliere. «Io non ho ambizioni politiche. A me andrebbe bene anche fare il vice di Salvini, il regista. Lui è un attaccante, un goleador. È colui che va in tv e fa i goal. Poi però in una squadra conta anche il portiere, il centrocampo, la difesa». Pochi secondi, ed aggiunge: «Voglio precisare che l'attaccante è il goleador, ma non significa essere capitano della squadra». E per allentare la tensione, annuncia: «A Salvini farebbe piacere diventare il vicepresidente del Milan». In serata la replica dell'interessato, che si schermisce: «Calma e sangue freddo».

E invece con Alfano? E qui Berlusconi sembra rivivere nella mente i giorni del divorzio. «Ho provato molto dolore per quel che è successo». Ma è pronto a perdonarlo? chiede Vespa. «Quando c'è di mezzo la libertà del Paese allora credo sia un dovere per ciascuno buttarsi i tradimenti alle spalle e pensare positivamente alla libertà del Paese e dei cittadini». Ma il ministro dell'Interno nicchia: «Berlusconi sbaglia, non c'è un figliol prodigo e non ho bisogno di perdono. Siamo pronti a ricostruire il centrodestra ma no alla leadership di Salvini».

Difficile far convivere all'interno di una stessa lista Alfano con Salvini? Berlusconi liquida il problema con una battuta. «Le persone intelligenti sanno cambiare idea».

Ed a proposito di elezioni anticipate, l'ex premier osserva: «Deciderà Renzi. Toccherà a lui decidere se cogliere il momento favorevole. Se è convinto di realizzare il programma dei Mille giorni, credo gli convenga aspettare. Diversamente, gli converrebbe andare subito alle elezioni anche con il sistema proporzionale». Ed aggiunge: «La situazione della democrazia mi direbbe che converrebbe andare a votare adesso; la situazione economica, no». E se si votasse ora? «Sono sempre favorevole alle elezioni. Se si andasse oggi al voto sarebbe in vigore il Consultellum che costringerebbe il Pd ad un governo di larghe intese». E questa volta - sottolinea - «esigeremmo un programma scritto e dettagliato, come hanno fatto in Germania».

E lascia cadere una previsione. «Dovendo andare alla sfida elettorale spero di mettermi in campo come competitor. Spero di essere candidabile, ma anche innocente. Tutti potranno vedere cosa mi è stato fatto per non farmi candidare».

E ricorda, a titolo d'esempio, i fatti del 2011. «Quell'anno c'è stato un concorso consapevole» tra autorità internazionali e nazionali «determinato a favorire la caduta del mio governo. È stato un colpo di Stato». E ricorda i successi ottenuti nel freno al flusso di immigrazione clandestina, grazie all'accordo con Gheddafi. E non solo. A titolo d'esempio, sottolinea la circostanza che oggi la «Libia si presenta come un paese diviso. Non produce più gas e petrolio». Mentre prima la maggior parte delle esportazioni di idrocarburi erano prodotti ed acquistati dall'Eni.

Ma è sul Quirinale che Berlusconi mette paletti ben precisi. Il prossimo Capo dello Stato non deve essere stato ostile ad una parte politica. E deve essere scelto insieme fra i principali attori politica. «Siamo insieme a Renzi per cercare di modernizzare il Paese e nel voler cambiare gli assetti istituzionali, è naturale che non ci possa essere dissenso o contrapposizione sull'istituzione più importante».

E sottolinea: «Se deve essere il garante di tutti gli italiani, non deve avere un passato qualificato da una sola parte politica». Ed aggiunge: «Sono profondamente convinto che potrei essere il miglior presidente della Repubblica, ma non se ne parla nemmeno».

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