«Abbiamo passato la notte assieme. Sono il tassista di ieri, quando ci rivediamo?». Non ricordava nulla la vittima della violenza sessuale, una 34enne romana. Solo di aver alzato un po' il gomito in compagnia di amici in un locale.
Ciò che è accaduto dopo l'hanno ricostruito i carabinieri dai messaggi ricevuti sullo smartphone della donna e sui dati delle celle telefoniche che hanno agganciato l'uomo per tutta la notte sempre nella stessa zona, Monte Mario, dove vive la poveretta. È stato sottoposto agli arresti domiciliari nonostante la grave accusa di violenza sessuale un tassista di 46 anni, regolarmente in servizio per una cooperativa e definito dagli inquirenti «un insospettabile». Lo stesso che nell'aprile del 2017 ha provato a violentare una giovane turista americana a pochi passi dalla Fontana di Trevi. La ragazza, una 20enne che alloggiava in un hotel del centro storico, aveva chiamato un taxi per rientrare in albergo. Sin dall'inizio della corsa l'uomo la palpeggia. «Mi toccava le gambe, infilava la mano nelle parti intime», racconterà la statunitense agli agenti del commissariato Trevi. Il tassista era arrivato in un luogo appartato, aveva fermato l'auto e, passando per i sedili anteriori, aveva raggiunto quelli posteriori, dov'era seduta la ragazza. A quel punto le si era gettato addosso e aveva provato a spogliarla. Ma lei, fortunatamente, urlando a più non posso aveva fatto accorrere gente. Il tassista si era rimesso alla guida ed era sparito. Tra le telecamere di sorveglianza piazzate ovunque in Campo Marzio, i dati parziali della targa e il confronto con i turni delle «auto gialle», i poliziotti erano arrivati a lui. La ventenne lo aveva riconosciuto senza ombra di dubbio. Ma il reato, tentata violenza sessuale, secondo il magistrato non era sufficiente per una misura di custodia cautelare e l'uomo se l'era cavata con una denuncia. Non era stato sottoposto nemmeno a sospensione della licenza.
Si arriva a fine gennaio, quando incontra la 34enne. La cliente è visibilmente alticcia, si regge a malapena in piedi e lui si offre di accompagnarla fin dentro casa. Vive sola e la cosa non sfugge allo stupratore. L'uomo resta a casa della poveretta violentandola per ore. Lo racconta lui stesso alla 34enne, la mattina dopo, per convincerla a rivederlo. «Abbiamo fatto l'amore tutta la notte, voglio rivederti», scrive su WhatsApp. Incredula e spaventata la donna si precipita nella caserma dei carabinieri di Monte Mario. Tocca alla compagnia Trionfale congelare quei messaggi che rappresentano il principale elemento probatorio. Anche in questo caso, dopo il riconoscimento, il fascicolo d'indagine viene portato in Procura. Altri 7 mesi, infine il provvedimento firmato nei giorni scorsi dal sostituto procuratore Maria Monteleone.
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s'indaga su altre violenze commesse dal tassista. Il sospetto è che sia stato lo stesso tassista ad aver abusato di una 17enne che, gennaio 2019, per questo si uccide lanciandosi da un balcone di via Pomezia, a San Giovanni.
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