Gli accessi illegali di Striano dietro le inchieste di La7

Nella puntata sugli Angelucci riciclati i dossieraggi del finanziere. Il ruolo dei cronisti (indagati) del "Domani"

Gli accessi illegali di Striano dietro le inchieste di La7
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Dove finisce il dossieraggio e dove iniziano le inchieste giornalistiche? Il confine, va da sé, dovrebbe essere ben chiaro, al netto di soffiate e gole profonde, di informatori pentiti e di pentiti che informano. Di certo nessuno può pensare che ad alimentare il giornalismo d'inchiesta siano funzionari infedeli che impacchettano informazioni riservate alle quali hanno accesso per spedirle a domicilio in redazione, o almeno nessuno può ritenere che questo sistema sia accettabile.

In Italia, però, quella linea di demarcazione pare più labile. Su questo, d'altra parte, ha lavorato a lungo l'inchiesta sui dossieraggi a politici e vip aperta a Perugia da Raffaele Cantone, e poi finita a Roma, dove al momento è silente. Gli inquirenti avevano stanato le montagne di accessi abusivi fatti dal finanziere in forza alla Dia Pasquale Striano, e seguendo le briciole dei dossier zeppi di file riservati di quest'ultimo, erano arrivati fino ai pc dei cronisti del quotidiano Domani, motivo per cui nel registro degli indagati vi sono ancora i nomi di Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine, firme del quotidiano diretto da Emiliano Fittipaldi. Proprio il direttore e Tizian, a quattro mani, avevano prodotto l'ultima inchiesta di un ricco filone che puntata contro Antonio Angelucci. Pubblicando a settembre 2022 una notizia che conteneva passaggi di una segnalazione di operazioni sospette sull'imprenditore e politico, una sos «spiata» da Striano meno di un mese prima, periodo nel quale il finanziere aveva spedito diversi file compressi zeppi di informazioni coperte da segreto proprio a Tizian. A ricordare quanto emerso dall'indagine (tuttora in corso) è il Tempo, che dopo l'ultima puntata dedicata proprio ad Angelucci da Piazzapulita di Corrado Formigli, solleva un legittimo sospetto. Ossia che quel presunto sistema di fango in catena di montaggio che dai pc dell'Antimafia filava diretto in redazione, poi stoppato dalla deflagrazione dell'inchiesta perugina, abbia trovato una nuova valvola di sfogo: una riesumazione per via televisiva. Il quotidiano romano, infatti, nella sua controinchiesta sottolinea come nell'ultima puntata di Piazzapulita «in studio con il conduttore, c'era il direttore del quotidiano finito sotto i riflettori investigativi del procuratore di Perugia Raffaele Cantone». E tra gli intervistati nel servizio sugli «intrecci di Angelucci» un ruolo di primo piano lo ha avuto proprio Tizian, il cronista del Domani al quale rimarca ancora il Tempo tra 2018 e 2022 «vengono inviati ben 337 documenti coperti da segreto» e che «a un tratto mette sotto la lente Angelucci».

Insomma, finiti gli scoop che secondo gli inquirenti erano frutto di un illecito filo diretto tra Striano e i cronisti, quel fruttuoso filone informativo per il Tempo viene ora riciclato sul piccolo schermo, con la nascita di «un asse tra Domani e Formigli» che si sarebbe rafforzato proprio con l'ultima puntata del programma, e la prova per il quotidiano romano sarebbe proprio nella scelta del giornalista e conduttore de La7 di portare «in studio Fittipaldi e intervistare Tizian, per rinfocolare la stravagante ricostruzione su Angelucci che viene da quel sistema di spioni ancora sotto inchiesta». Approfittando, ricorda infine il Tempo, della circostanza che l'indagine «passata per competenza a Roma pochi mesi fa» sia allo stato «quasi dimenticata, perché i pm capitolini non ci hanno messo ancora le mani sopra».

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