Mettere in campo le iniziative e le risorse necessarie per contenere le conseguenze economiche sugli italiani, messi a dura prova dai rincari tra bollette salate e benzina a prezzi lievitati. Ma il tutto seguendo un imperativo categorico: fare presto. Ecco perché il governo ha intenzione di partorire a stretto giro un pacchetto di aiuti suddiviso in due step: la priorità verrà data al decreto taglia-prezzi, che dovrebbe essere approvato in settimana per mitigare subito i maxi-rincari su benzina e bollette. Solamente dopo, si spera nell'arco di 10-15 giorni, si darà vita a una serie di aiuti per famiglie e imprese.
Le ipotesi sul tavolo
L'esecutivo sta lavorando giorno e notte per cercare di portare il decreto in Consiglio dei ministri nella giornata di domani. La frenetica attività del governo però deve fare i conti con i possibili ostacoli che potrebbero emergere: stando a quanto riferito dall'Ansa, c'è chi non esclude che ci possa essere qualche slittamento. Un prolungamento dei tempi che servirebbe non solo per fare un approfondimento sugli interventi, ma anche per capire come reperire le risorse.
Considerando che esiste già un intervento da circa 6 miliardi di euro sul secondo trimestre per quanto riguarda le bollette, si potrebbe decidere di portare a casa inizialmente solo il taglio di 15 centesimi a litro alla pompa, sia per la benzina sia per il gasolio. L'idea gode del sostegno di Forza Italia: "Vigileremo che al calo del prezzo del petrolio corrisponda rapidamente un calo del prezzo alla pompa, che non vi siano furbizie o speculazioni sulla pelle dei cittadini".
Si spera comunque di dare spazio anche al nuovo intervento sulle bollette, pensando ad esempio a nuove forme di pagamenti rateizzati: in tal senso gli azzurri chiedono "di ampliare la durata della rateizzazione - già prevista - e una nuova moratoria dei crediti per le imprese". Il tempo scorre e i partiti vanno in pressing, ognuno con le proprie ricette sul tavolo. In campo c'è pure la possibilità di tassare gli extra profitti delle società elettriche. Un piano su cui ci si dovrebbe muovere attenendosi alle linee guida dell'Unione europea.
In sede Ue ci si batterà per prevedere un tetto europeo ai prezzi delle importazioni di gas. Nonostante il pressing dei partiti, almeno per ora viene scartata l'opzione scostamento di bilancio: Palazzo Chigi non è convinto, nell'immediato, perché va preservata "la stabilità della finanza pubblica".
Il nodo risorse
Come reperire le risorse necessarie? Restano poche. È proprio questo il nodo principale. In sostanza il taglio delle accise sui carburanti si auto-finanzierebbe con l'extragettito Iva che arriva proprio dagli aumenti di benzina e gasolio. Grande fiducia è riposta nel Consiglio europeo del 24 e 25 marzo, con la speranza che prenda decisioni efficaci sulle spese che dovranno affrontare gli Stati. E auspicando il semaforo verde al temporary framework sugli aiuti di Stato seguendo la scia di quelli previsti per l'emergenza Covid-19.
Il ministro Daniele Franco, titolare dell'Economia, dovrà occuparsi di reperire fonti di finanziamento in attesa delle scelte di Bruxelles.
Senza dimenticare la necessità di ridefinire il quadro macroeconomico con il Documento di economia e finanza (Def), che potrebbe essere anticipato a fine mese. Dal suo canto Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, chiede di creare un fondo ad hoc per i ristori. Si parla di una cifra di circa 800 milioni di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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