«Polizia, è un controllo». Sparano all'impazzata appena si apre la porta i due sicari inviati da Foggia ad ammazzare Antonello Francavilla, 44 anni, agli arresti domiciliari a Nettuno. Le pallottole colpiscono prima il boss, cinque colpi, poi il figlio Mario, 16 anni, corso in bagno per sfuggire ai proiettili. Ma i killer sfondano la porta ed esplodono altri tre colpi contro il 16enne. Subito dopo la fuga per le strade che dalla cittadina pontina portano ai Castelli Romani, aiutati probabilmente da un terzo uomo alla guida di un'auto.
Il ragazzino, colpito alla testa e al torace, è in condizioni disperate al Gemelli di Roma dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico mentre l'uomo, ricoverato all'ospedale di Anzio, ha riportato ferite non gravi.
Insomma, sul litorale si torna a sparare: una faida fra le famiglie della «Società Foggiana» per gli uomini della squadra mobile romana e la Dda, la Direzione distrettuale antimafia, che ha aperto un fascicolo per duplice tentato omicidio.
Sono le 12.30 di ieri quando i due si presentano in via Greccio, al villino di Francavilla, condannato a oltre 19 anni di carcere e dal marzo 2021 ai domiciliari con la misura del braccialetto elettronico. In attesa della sentenza di secondo grado per estorsione aggravata all'uomo viene data la possibilità di scontare il residuo di pena in casa ma purché lontano da Foggia.
«Vacanze romane per il boss» titolano i quotidiani locali alla notizia della sua scarcerazione dopo 8 anni di reclusione. Sempre in guerra con i clan rivali. Il padre Mario, «il Nero», viene ucciso nel '93 mentre rientra a casa nella faida foggiana. L'uomo, secondo la magistratura, è al vertice della «batteria» Sinesi - Francavilla con il fratello Emiliano, il suocero Roberto Sinesi, 62 anni, e il figlio Francesco.
Sotto processo per estorsione nei confronti dell'azienda agricola Curcelli, dopo un'operazione della Dda contro i clan Sinesi - Francavilla e Moretti - Pellegrino - Lanza del 2016. I Curcelli, oltre a pagare per 8 anni il «pizzo» e «contributi» per le spese legali di un detenuto, sono costretti ad assumere, senza lavorare, Dina Francavilla, la sorella. Procedimento per il quale è stato condannato in primo grado a 8 anni e 6 mesi di carcere. Unico imputato a non richiedere il rito abbreviato. Non solo. Francavilla viene arrestato nel 2013 nell'operazione «Gotha» su un traffico di droga (300 quintali di hashish dal Marocco) e condannato a 6 anni, che si sommano ai 7 anni e 4 mesi, processo Corona, per associazione mafiosa con il fratello Emiliano e Vincenzo Pellegrino, «Capantica», o «U Nanett».
In attesa dell'appello Mario Lanza, la moglie Dina Francavilla, Vito
Bruno Lanza, «U' Lepre», e il figlio Leonardo, tutti esponenti di rilievo della mafia foggiana. Le accuse per il boss vanno dall'associazione mafiosa, al traffico di stupefacenti e all'estorsione aggravata dal metodo mafioso.
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