Dopo un confronto serrato con parti sociali e Regioni, oggi sono pronte a riaprire alcune aziende strategiche e quelle del manifatturiero legato all'export. E c'è il via libera alle fabbriche delle costruzioni delle opere pubbliche e ad alcune filiere essenziali come la silvicoltura. Premono per ripartire anche alcune imprese del sistema moda e tessile, alle prese con la consegna degli ordini all'estero, che si sono organizzate per riaprire i cancelli. Senza contare le 200mila imprese che lo hanno già fatto con la richiesta di deroga alle prefetture, molte senza aver ricevuto risposta ma avvalendosi della regola del silenzio assenso.
Il governo dovrebbe inviare ai prefetti l'elenco dei comparti che potranno iniziare già oggi. Di certo riaccendono i motori i cantieri, ma solo quelli su dissesto, scuola, carceri e edilizia residenziale pubblica. Tutte le attività ripartiranno solo se saranno in condizioni di rispettare i nuovi protocolli sulla sicurezza.
Ma intanto le Regioni si muovono in autonomia. La Lombardia da dopodomani riapre i mercati all'aperto con guanti, mascherine, distanze. E in Veneto è già stato dato il via libera alla vendita di cibo «take away» che il governo prevede invece solo dal 4 maggio. Anche in Friuli Venezia Giulia da ieri fino al 3 maggio gli esercizi commerciali potranno fornire il take away previa ordinazione da remoto. Nel nordest via libera anche alle darsene e alla manutenzione di imbarcazioni.
Così come in Liguria, che con una nuova ordinanza consente anche lo spostamento nelle seconde case della regione. In Toscana al via le aziende del tessile, ma solo per lavori di manutenzione e predisposizione degli spazi secondo le nuove misure di sicurezza.
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