Allarme del Procuratore Viola. "Cosche ancora forti a Milano"

Solidarietà di Sala alla toga minacciata

Allarme del Procuratore Viola. "Cosche ancora forti a Milano"
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Solidarietà al procuratore della Repubblica Marcello Viola e al sostituto della Dda Alessandra Cerreti dopo le minacce di morte ricevute a fine gennaio che hanno fatto scattare un innalzamento delle misure di sicurezza per i due magistrati della Procura di Milano. Ma anche un rinnovato impegno da parte di Palazzo Marino alla lotta alla mafia per toglierle consenso sociale, senza il quale morirebbe davvero.

Nell'aula consiliare di Palazzo Marino ieri sera si è rafforzato il fronte milanese contro la lotta alla criminalità organizzata in un incontro che ha riunito, per volontà del sindaco Beppe Sala e dalla presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi, consiglieri e giunta, ma anche i rappresentanti delle istituzioni e le forze dell'ordine «per dare un segnale chiaro e sostanziale a nome della città di Milano a chi pensa di poter intimidire i due magistrati» ha dichiarato il primo cittadino. Sono altissimi infatti i livelli di attenzione verso Viola e Cerreti dopo le minacce seguite all'inchiesta «Hydra» del Nucleo investigativo dei carabinieri e della Dda dello scorso ottobre che proprio di recente ha ottenuto la conferma degli arresti dalla Cassazione. Dopo l'intervento di Sala che si detto «preoccupato» per quanto si è radicata la criminalità organizzata a Milano, ma ha voluto anche riaffermare la convinzione che la lotta contro la malavita organizzata va condotta soprattutto «qui, dove le mafie vogliono far sentire la loro presenza», il procuratore Marcello Viola, che ha apprezzato profondamente l'occasione voluta dal Comune, ha accentuato il carattere imprenditoriale della criminalità organizzata a Milano. Che prende forza anche dai legami stabiliti con le mafie straniere e dallo sviluppo delle attività «a basso rischio», come lo smaltimento illecito dei rifiuti. «La mafia a Milano è una presenza stabile e strutturata: ha cavalcato in maniera moderna le nuove tendenze del mercato, convertendosi in una sorta di agenzia che offre servizi, naturalmente illeciti, rifuggendo la brutalità e ricercando il consenso sociale. Per questo l'attività giudiziaria e repressiva sono insufficienti, la mafia dobbiamo combatterla tutti» ha concluso il procuratore capo.

Anche Alessandra Cerreti pone l'accento su quanto sia fondamentale la sinergia delle istituzioni e in particolare quella creata dall'associazionismo. «Va incrinato il consenso sociale che riscuote la mafia anche con incontri come questo.

Solo così possiamo batterla. E per questo invito il Comune di Milano e i comuni dell'hinterland a costituirsi parte civile nei processi di mafia: per adesso purtroppo succede più spesso a Reggio Calabria che a Milano» conclude Cerreti.

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