Altre dosi in ritardo e 255mila iniezioni a Pasqua e Pasquetta. La rabbia di Figliuolo

AstraZeneca posticipa metà delle consegne di aprile. Rischia di slittare l'obiettivo finale

Altre dosi in ritardo e 255mila iniezioni a Pasqua e Pasquetta. La rabbia di Figliuolo

Appena 39 dosi in Sardegna nel giorno di Pasqua. È il record negativo che fotografa la frenata della campagna vaccinale durante delle feste. Il governo ora chiede alle Regioni uno scatto in avanti. Bisogna recuperare. Ma soprattutto non si doveva rallentare con le vaccinazioni, perché il rischio è che i ritardi si accumulino. A complicare il quadro l'annuncio di ieri di AstraZeneca: arriverà solo la metà delle dosi programmate il 14 aprile. L'azienda anglo svedese ne consegnerà 175mila e non le 340mila previste. La struttura del Commissario Figliuolo fa sapere che «il 50% di dosi mancanti verrà distribuito in Italia assieme alle consegne previste per il 16 e il 23 aprile». Ma sono sbalzi che rischiano di alterare i ritmi della campagna vaccinale che ora è nuovamente in salita dopo la Pasqua, mentre i governatori chiedono all'esecutivo chiarezza su AstraZeneca per fugare i timori dei cittadini ed evitare le cancellazioni. La percentuale tra dosi somministrate del vaccino di Oxford rispetto a quelle consegnate continua a essere pari al 54%.

Nel lungo week end festivo sono state somministrate appena 500mila dosi (solo 255mila tra domenica e lunedì). Tante quante nei piani del governo la macchina vaccinale dovrebbe essere in grado di inoculare in un solo giorno, per provare a raggiungere l'immunità di gregge con l'80 per cento degli italiani vaccinati entro fine settembre. Con il ritmo attuale invece - non si è mai riusciti ad andare oltre le 300mila, senza contare il rallentamento degli ultimi giorni - il traguardo dell'immunizzazione slitterebbe al 2022.

Le Regioni respingono le accuse di inefficienza e puntano il dito contro la mancanza di dosi. Ma ieri il commissario Figliuolo ha ricordato che «ammonta a 1,5 milioni di dosi Pfizer la prima consegna di vaccini del mese di aprile, che entro domani (oggi, ndr) raggiungeranno le Regioni. Si tratta in assoluto del lotto di vaccini più consistente consegnato dall'inizio della campagna, di cui beneficeranno in modo particolare i soggetti più vulnerabili. Nell'ultima settimana è cresciuto del 20% il numero di persone over 80 cui è stata somministrata una dose di vaccino. Le dosi di Pfizer andranno a integrare la disponibilità di vaccini delle Regioni, che possono già contare sulle rimanenze delle ultime forniture ancora da somministrare». Non è un problema di approvvigionamento, non almeno in questa fase, secondo il commissario. I ritardi delle Regioni sono dovuti alla gestione. Perché - senza contare il taglio di AstraZeneca annunciato ieri - le dosi arrivate sono pari a quelle che erano attese nei piani del governo. A ieri sono 11 milioni e 250mila le persone vaccinate, su 14 milioni di dosi finora consegnate.

Ieri però oltre ai timori arrivati dalla Campania sulla fuga dei cittadini da AstraZeneca, l'Asp Catanzaro segnalava che le dosi in giacenza non sono sufficienti per completare i richiami di chi ha ricevuto già la prima dose. E anche il Lazio però scritto al commissario denunciando «una differenza di 97.898 dosi» di vaccino «che risultano conteggiate nel contatore nazionale, ma non effettivamente ricevute. Chiesta una verifica alla struttura commissariale». E per l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato c'è «forte preoccupazione per i tagli del 50% comunicati per le consegne di Astrazeneca del 14 aprile. I dubbi su Astrazeneca rischiano di azzoppare la campagna vaccinale».

Il governatore del Veneto Luca Zaia punge: sulle vaccinazioni stiamo «pettinando le bambole», mentre «in Israele si vaccina all'Ikea e nei pub, e gli offrono anche una bibita... Io non metto in discussione la necessità di un medico nella anamnesi e nella valutazione dei sintomi post vaccino. Ma per fare una puntura non serve una laurea».

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