Cresce la pressione su Joe Biden dopo che il dipartimento di Giustizia ha trovato altri sei documenti classificati al temine di una lunga perquisizione nella casa del presidente americano a Wilmington, in Delaware. Alcune delle carte - come ha ammesso il suo avvocato personale, Bob Bauer - risalgono al periodo in cui Biden era senatore, e altre agli otto anni come vice di Barack Obama. Bauer ha riferito che la perquisizione (a cui i legali hanno assistito) si è svolta sabato ed è durata quasi 13 ore, mentre il comandante in capo stava trascorrendo il weekend sempre in Delaware, ma nell'abitazione al mare di Rehoboth Beach.
«Il dipartimento di Giustizia ha portato via il materiale che riteneva rilevante per la sua indagine, inclusi sei documenti contrassegnati come classificati», ha fatto sapere l'avvocato. Sono stati prelevati anche appunti scritti a mano durante gli anni della vicepresidenza. Quello di sabato è stato l'ultimo sorprendente sviluppo di un'indagine che rischia di compromettere la sua candidatura alla Casa Bianca per il 2024, dopo che lo scorso fine settimana era stato rinvenuto altro materiale riservato (cinque pagine sempre nelle stanze private della casa in Delaware). E prima di allora diverse carte riservate di quando era vicepresidente sono state trovate dai suoi avvocati in un ufficio che usava al Penn Biden Center, un think tank di Washington, nel periodo in cui era professore onorario della University of Pennsylvania, dal 2017 al 2019. Una scoperta che risale al 2 novembre, poco prima delle elezioni di Midterm, ma che è stata diffusa soltanto a gennaio. Anche per la seconda tranche di materiale classificato, trovato il 20 dicembre nel garage dell'abitazione di Wilmington, la Casa Bianca ha taciuto sino a pochi giorni fa.
L'avvocato del presidente, riguardo l'ultimo ritrovamento, ha tenuto a ribadire che «nell'interesse di far avanzare il processo il più rapidamente possibile, ci siamo offerti di fornire un rapido accesso alla sua casa». Mentre gli assistenti di Biden hanno affermato che la ricerca ad ampio raggio e il fatto che sia stata condotta con il permesso del presidente sono indicazioni di quanto siano ansiosi di risolvere la questione. E proprio per distinguere la posizione del comandante in capo da quella del suo predecessore Donald Trump, la Casa Bianca ha ripetutamente sottolineato che i suoi avvocati hanno immediatamente consegnato i documenti agli Archivi Nazionali, responsabili della loro custodia. Nel caso delle carte trovate nella residenza del tycoon in Florida, invece, l'Fbi ha condotto una perquisizione a Mar-a-Lago dopo aver ottenuto un mandato dal tribunale poiché Trump e i suoi collaboratori non hanno pienamente rispettato un mandato di comparizione federale per consegnare i documenti.
Nonostante questo, la vicenda rischia di diventare la peggiore crisi politica della presidenza di Biden, e arriva in un momento complesso, mentre si attende l'annuncio nelle prossime settimane della sua ricandidatura.
Il senatore democratico Dick Durbin, presidente della commissione giudiziaria della Camera Alta, il quale aveva definito «un oltraggio» il fatto che Trump avesse portato documenti classificati a Mar-a-Lago, del ritrovamento di materiale riservato a casa Biden ha detto che le carte non sarebbero dovute essere li, ma le due vicende «sono estremamente differenti». Dopo l'ennesima scoperta dell'Fbi, tuttavia, anche all'interno del partito democratico c'è chi comincia a mettere in dubbio il futuro del presidente.VRob
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.