L'ipotesi che la giovane figlia diciassettenne dei reali olandesi Amalia volesse sposarsi con una donna era stato ventilato in un libro. Ieri con una risposta scritta al Parlamento, l'eterno ragazzo-premier Mark Rutte, ha messo fine al dibattito: un reale olandese potrà sposare una persona dello stesso sesso senza dover rinunciare al proprio diritto al trono. Liberi tutti, almeno in tema di cuore. Ancora una volta l'Olanda si conferma così tra i Paesi più progressisti.
Questa volta, l'interrogativo riguardava principalmente le teste coronate e quello che avrebbe significato in materia di successione, e a suscitare l'interrogativo era stato un libro sull'erede al trono, intitolato Amalia, il dovere chiama, nel quale si sostiene che le leggi sembrano escludere la possibilità per i reali di nozze omosessuali, nonostante queste siano legali nel Paese dal 2001. Questo perché la monarchia è una istituzione ereditaria e un matrimonio omosessuale non avrebbe avuto figli. Il libro, diceva tra le altre cose che la regola che vietava ai membri della casa reale di sposare persone dello stesso sesso e mantenere il proprio diritto al trono era datata e un po' superata soprattutto alla luce del fatto che nei Paesi Bassi il matrimonio omosessuale è legale dal 2001. Il partito Vvd, Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia di stampo liberale conservatore voleva sapere dal primo ministro se l'erede olandese avrebbe dovuto rinunciare al trono in caso di unione gay. «Non è un problema per il governo», ha sottolineato Rutte, riferendo che la questione non riguarda Amalia in particolare e che la posizione del governo vale per ogni erede al trono sia uomo sia donna. E dunque le tre figlie di Guglielmo Alessandro dei Paesi Bassi possono stare tranquille: sono libere di innamorarsi di chi vogliono. Anche di una persona del loro stesso sesso. Amalia, è la prima figlia del re olandese, quindi un giorno sarà lei a diventare regina. Salvo, ovviamente, sua morte prematura o abdicazione: in quel caso a sedere sul trono sarà sua sorella minore Alexia, nata nel 2005, o Ariane, nata nel 2007.
La principessa di Orange-Nassau fa parte della nuova generazione in cambiamento: con Vittoria di Svezia, Estelle di Svezia, Ingrid Alexandra di Norvegia, Elisabetta del Belgio e Leonor di Spagna, è una delle sei principesse che saranno chiamate a regnare in Europa. Il primo vero passaggio istituzionale, per Amalia, avverrà però già dal prossimo 7 dicembre, quando compirà 18 anni. Al raggiungimento della maggiore età, infatti, assumerà un incarico tra i consiglieri del Consiglio di Stato dei Paesi Bassi. Giovanissima, ma già molto determinata, Amalia, con una lettera pubblica indirizzata a Rutte nel giugno scorso, aveva dichiarato di voler rinunciare all'appannaggio reale. Questa sorta di «stipendio» reale le spetterebbe di diritto al compimento del 18° anno.
«Voglio guadagnare quei soldi e non riceverli per diritto acquisito», ha spiegato la principessa. Che nella lunga carriera che avrà davanti a sé, sembra partire già col piede giusto. Della vita privata della figlia del re Willem-Alexander si sa poco e lei non ha fatto commenti. Ma per lei il via libera c'è.
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