Anche nude ma col paltò A Parigi il fascino animale

Biani e Redemption incantano con l'animalier, Drome col trench oversize, Mugler con la pelle sexy. Andreas Kronthaler (per Westwood) si ispira alla monaca buddhista

Anche nude ma col paltò A Parigi il fascino animale

Parigi - Metti un tailleur pantalone a quadretti, una bella camicia a pois e la sciarpa a righe sotto al giaccone tigrato. Lo stesso motivo animalier che per inciso cita i meravigliosi tappeti-tigre della tradizione tibetana, si ritrova su un elegante paletot monopetto oppure come fodera dei fantastici cappotti creati da Alberto Biani, gran maestro della contraddizione applicata alla moda. «Nel contraddire un concetto lo affermi con forza» sostiene infatti presentando la sua bellissima collezione per il prossimo inverno in una galleria d'arte sulla rive gauche della Senna. C'è il classico pantalone di cotone bianco che in genere si usa d'estate sotto al pastrano in diagonale militare a quadri verdi: un tessuto caldo ed elastico per natura. La gonna dritta a matita con quella femminilissima stampa animalier è abbinata con camicia e cintura maschile, ma questo è niente perché l'idea di collezione viene da un pranzo al Club 55 di Saint Tropez cui segue una corsa a perdifiato in autostrada per arrivare all'ora dell'aperitivo al Palace des Neiges di Courcheval, dove le signore strette nei loro bellissimi cappotti si mischiano alla gente ancora vestita da sci. Molto diversa come immagine ma ugualmente bella, made in Italy al 100 per 100 e soprattutto originale, la collezione Redemption debutta in passerella dopo soli tre anni di piccole presentazioni statiche. «Sembra impossibile, eppure siamo qui» dicono Gabriele Moratti e Daniele Sirtori, rispettivamente direttore creativo e amministratore delegato di questo marchio che devolve il 50 per cento dei propri introiti in beneficienza e che ha portato l'estetica del motociclismo in sartoria. Il terzo socio è infatti Vanni Laghi, un tipo che a mano costruisce le più belle moto chopper del mondo, battute all'asta dell'Amfar di Cannes per cifre da capogiro. Tradotto in moda tutto questo diventa una traduzione moderna dello stile dei personaggi che popolavano la Factory di Andy Warhol: da Edie Sedgwich a Candy Darling (la drag queen più bella di Marylin secondo il re della pop art) passando per Lou Reed. Alcuni pezzi sono strepitosi: il parka in velluto di seta con la stampa animalier definita da un prezioso ricamo di cristalli, un duster (nome in codice del cappotto lungo fino ai piedi) in cashmere bianco dalla fodera interamente ricamata d'argento, lo smoking in broccato rosso con la rosa tridimensionale che definisce l'impeccabile linea avvitata della giacca. Il tutto rigorosamente prodotto in Italia e con una gran bella sorpresa nel finale: Pat Cleveland che balla in passerella a 65 anni suonati facendo capire la differenza tra una top model di classe e queste grucce malmostose che per convenzione chiamiamo modelle. Un'altra conferma di quanto conti l'esperienza e la scuola nei mestieri della moda arriva dal debutto in passerella di Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood, ovvero la prima collezione (battezzata chissà perchè Sexercise) interamente creata dall'uomo che 25 anni fa ha sposato la grande stilista inglese. «Ho avuto la miglior assistente del mondo» dichiara lui nel backstage raccontando che Queen Viv (così la chiamano da sempre i suoi molti fan) alzava gli occhi dal libro di Rabelais che stava leggendo per dirgli cose tipo «Sotto a quel vestito metti una scarpa rosa».Il risultato è sensazionale: capi ispirati dal guardaroba di Sharon, un'ex collaboratrice diventata monaca buddista con cui la coppia ha passato le vacanze di Natale. Il pezzo più bello è un tailleur in solaro (un tessuto maschile nocciola cangiante sul rosso) ricamato a grossi fiori in pasta di vetro, ma non mancavano i grandi classici della Westwood in salsa nuova: drappeggi sartoriali e linee impeccabili sotto a un'eccentricità che non è mai fine a se stessa. Molto carina la collezione di DROMe, marchio disegnato da Marianna Rosati che produce tutto in pelle nell'azienda di famiglia. Stavolta il filo conduttore sono le maniche rinascimentali e quei colori tipo bianco, rosa Cameo, verde pallido o nude che nei materiali tipo nappa, camoscio o vernice sembrano un'elegante assurdità.

Invece la pelle di DROMe può perfino esser lavata in lavatrice e la morbidezza è senza pari come la qualità. Da Mugler il giovane designer David Koma fa un buon lavoro sulle asimmetrie e sugli abbinamenti di pelle, raso e metallo: i grandi classici del prossimo inverno.

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