Angela all'inferno: sorpassata pure a sinistra

Sondaggi disastrosi per la Merkel rimontata in pochi mesi da Schulz. Ultradestra giù

Angela all'inferno: sorpassata pure a sinistra

Berlino - Prima la batosta sul piano personale, poi su quello politico. Non sono giorni facili per Angela Merkel. Impegnata in una lunga campagna elettorale per strappare a fine settembre un quarto mandato da cancelliera, la leader tedesca ha trovato pane per i suoi denti nel suo avversario Martin Schulz. Da quando è sceso in campo quale campione dei socialdemocratici sostituendosi all'ultimo minuto al poco carismatico Sigmar Gabriel l'ex presidente del Parlamento europeo è volato nei sondaggi subissando la cancelliera al potere dal 2005. In pochi giorni Schulz ha raggiunto e superato Merkel: solo venerdì scorso la staccava di ben undici punti (49 a 38). La Germania però è una repubblica parlamentare: gli elettori votano un partito e non un candidato cancelliere; sta poi ai gruppi parlamentari tirare le somme della politica. Fino a ieri il blocco conservatore Cdu-Csu guidato da Merkel ha retto agli urti dell'Spd, che solo a gennaio partiva distaccata di quasi 15 punti. Da ieri, invece, anche questo argine è venuto meno e se si votasse in queste ore il 33% dei tedeschi sceglierebbe l'Spd di Schulz contro il 32 che preferirebbe il centrodestra della cancelliera. È vero che al voto mancano ancora sette mesi ma la rilevazione che TNS Emnid ha condotto per Bild am Sonntag è sorprendente per un motivo molto semplice: negli ultimi dieci anni i socialdemocratici non hanno mai superato l'accoppiata Cdu-Csu in un sondaggio o tanto meno in un'elezione federale. L'ascesa di Merkel sul tetto della Germania e dell'Europa è coincisa con un progressivo dimagrimento dell'Spd, un partito sceso dal 38,5% del 2002 (l'ultima volta che ha vinto le elezioni), al 34,2% del 2005, fino al più modesto 25,7% del 2013.

Il trend pare essersi invertito: consapevole di essere incalzata da destra dai populisti Alternative für Deutschland (AfD), Merkel guardava fiduciosa a settembre proprio per aver ridotto i socialdemocratici ai minimi termini. L'ultimo sondaggio cambia le carte in tavola: AfD cala a sorpresa al 9% (la peggiore proiezione da un anno a questa parte) mentre a destra risorgono i Liberali, dati al 6%. Le novità sono però tutte a sinistra: i socialcomunisti della Linke restano stabili all'8% così come fanno i Verdi al 7%. Numeri che, se si votasse domani e non a fine settembre, renderebbero possibile una coalizione rosso-rosso-verde, con i socialdemocratici alla cancelleria e la Cdu di Merkel relegata all'opposizione. A rendere più verosimile lo scenario è la recente perdita da parte della Linke del suo tradizionale ruolo di partito-antisistema. Scalzati da AfD proprio nei Länder dove erano più forti, i social-comunisti studiano ora da partito di governo, amministrando per esempio la piccola Turingia insieme a Verdi e Spd.

I recenti ripetuti contatti fra dirigenti socialdemocratici e della Linke sembrano indicare la disponibilità di quest'ultima ad abbandonare, per esempio, la retorica anti-Nato, da sostituire più pragmaticamente con un paio di ministeri a Berlino.

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