App "Immuni", Conte: "Sarà su base volontaria e senza penalizzazioni"

Dopo le polemiche sorte negli ultimi giorni, il premier interviene sull'app pilastro della fase 2: "Il tracciamento è necessario per evitare la diffusione del virus"

App "Immuni", Conte: "Sarà su base volontaria e senza penalizzazioni"

Tra i punti illustrati dal premier Giuseppe Conte nell'informativa al Senato sull'emergenza coronavirus c'è anche l'app di tracciamento. "Immuni", questo è il suo nome, dovrebbe rappresentare secondo il governo un pilastro della fase 2. Ma fin da quando è stata nominata la prima volta dal commissario straordinario Domenico Arcuri, l'app ha sollevato una serie di interrogativi che vanno dalla privacy all'obbligatorietà.

Il premier ha spiegato che il governo punta al "rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti esistenti e di teleassistenza con l'utilizzo delle nuove tecnologie". In sostanza, per tracciare chi ha già avuto il coronavirus sarà utlizzata l'app "Immuni" che negli ultimi giorni ha fatto sorgere diverse polemiche. In Senato, Conte ha sottolineato che "il tracciamento è necessario per evitare la diffusione del virus. Ma l'utilizzo della app sarà su base volontaria e non ci saranno limitazioni nei movimenti o altri pregiudizi per chi non vorrà scaricarla". Il premier ha puntualizzato che "un team composto dal ministero dell'Innovazione, dal ministero della Salute e da esperti in sicurezza cibernetica sta affiancando il Commissario Arcuri al fine di implementare questa applicazione nel migliore dei modi e con le più elevate garanzie".

"Abbiamo ribadito che questa volontarietà non potrà essere aggirata o coartata in nessun caso. Il Paese ha mostrato grande responsabilità nell'adesione alle misure di contenimento: ora dobbiamo garantire ai cittadini che la loro privacy non subirà violazioni", ha affermato la presidente del Gruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, ribadendo che "serve una legge dello Stato". Negli ultimi giorni, tutte le parti politiche avevano sollevato alcune critiche riguardo all'app e chiesto il voto in Parlamento. "Sulla app sono evidenti alcune gravi criticità", aveva spiegato Matteo Salvini sottolineando che "la nostra libertà non è in vendita". Giorgia Meloni era intervenuta sul tema affermando che "un passaggio in Parlamento è d'obbligo". Sulla stessa linea anche il Pd.

E così in Senato Conte ha precisato di aver dato indicazioni "affinché i capigruppo, di maggioranza e di minoranza siano costantemente informati su questo processo applicativo.

Io stesso mi riservo, in una fase più avanzata, di riferire puntualmente alle Camere sui dettagli di questa applicazione, nella consapevolezza che il coinvolgimento del Parlamento deve essere pieno e stringente, essendo coinvolti diritti costituzionali fondamentali, come la dignità della persona, il diritto alla riservatezza e all'identità personale, come pure la tutela della salute pubblica e, non ultima, l'esigenza di proteggere un asset informativo di primaria importanza nella logica degli interessi strategici nazionali". La strada appare tutta in salita, ma è necessario fare in fretta.

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