Arrestato per bancarotta ristoratore "stellato"

Sottrazione di 20 milioni di euro dal patrimonio di varie società e oltre 100 milioni di euro di esposizione con l'erario

Arrestato per bancarotta ristoratore "stellato"

Sottrazione di 20 milioni di euro dal patrimonio di varie società e oltre 100 milioni di euro di esposizione con l'erario. Sono le accuse che hanno portato ieri agli arresti domiciliari per i reati di bancarotta fraudolenta e frode fiscale Giovanni Maspero, imprenditore comasco attivo in diversi campi, titolare del ristorante stellato Tigli in Theoria di Como, nonché notissimo velista, patron della seconda spedizione di Azzurra del 2009 verso la Coppa America.

L'indagine del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza è partita dopo che la Procura di Como - titolare dell'inchiesta - aveva chiesto il fallimento della società Prima Comunicazione srl, della quale Maspero era amministratore unico, esposta con l'erario per oltre 20 milioni di euro. La srl si era fusa per incorporazione nella Giovanni Maspero & C srl, attualmente a procedura di concordato preventivo. Particolarmente complesso il quadro accusatorio. Secondo la Procura comasca l'imprenditore avrebbe distratto dal patrimonio di Prima Comunicazione 17,6 milioni di euro attraverso una serie di bonifici privi di titoli giustificativi, disposti in favore di dieci società diverse ma riconducibili o controllate da Maspero stesso: quattro società in accomandita semplice, una Spa e cinque Srl.

L'imprenditore è inoltre accusato di avere provocato lo stato di insolvenza della Prima Comunicazione srl, omettendo di pagare l'erario per un ammontare di 23 milioni e occultando le reali perdite aziendali, inserendo a bilancio crediti in parte inesistenti. Gli è poi contestato di avere sottratto 13 milioni di euro dal pagamento di imposte, destinandoli a se stesso o a società a lui riconducibili.

La Procura ha

inoltre reso noto che sta procedendo per l'autoriciclaggio di 3,3 milioni di euro provenienti da reati in materia fallimentare, e per una serie di omessi versamenti al fisco, circa 4,4 milioni di euro tra ritenute e Iva.

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