Un arrestato tra i narcos per il massacro dei mormoni

Un arrestato tra i narcos per il massacro dei mormoni

San Paolo - Il massacro tra Chihuauhua e Sonora di tre donne e sei bambini - tutti cittadini americani - membri della famiglia mormona dei LeBarón, da tempo in aperta ostilità col crimine locale, ha commosso il mondo intero. Tre giovani mamme e sei bambini sono stati trucidati da alcuni dei cartelli narcos che fanno il bello e cattivo tempo in quella parte di Messico che confina con gli Stati Uniti. Quali cartelli siano non è dato sapere vista l'atavica incapacità delle autorità messicane nel garantire la sicurezza in territori che non controlla da anni. L'unica certezza, espressa dai sopravvissuti della famiglia LeBarón, per voce di Julián - agricoltore e attivista storico contro il crimine e che si è già visto uccidere un fratello dai narcos - è che sono ansiosi di ricevere gli aiuti Usa perché «vogliamo sapere chi c'è dietro questo massacro».

In realtà le autorità messicane un sospetto lo hanno arrestato ieri. Manteneva in ostaggio due persone sulle colline di Agua Prieta, nello stato di Sonora, aveva diversi fucili e una grande quantità di munizioni, tra cui armi di grosso calibro, ma il suo nome non è stato rivelato dall'Agenzia messicana per le indagini penali (Amic) che ha diffuso la notizia sulla sua pagina Facebook ufficiale. L'arresto è avvenuto poche ore dopo che 14 tra donne e bambini mormoni erano stati attaccati da criminali non lontano da Agua Prieta mentre si spostavano da Chiuhuahua a Sonora, vicino al confine.

Il procuratore generale dello stato di Chihuahua, Cesar Peniche Espejel, in un'intervista a una radio non ha però confermato molti dettagli sul coinvolgimento diretto dell'arrestato nel massacro. «Stiamo aspettando più informazioni dalla nostra intelligence per emettere una dichiarazione ufficiale», ha detto. Secondo i messicani dietro la strage della famiglia LeBarón ci sarebbe il neonato cartello della droga de Los Jaguares (i giaguari), nato da una costola dissidente del cartello di Sinaloa. Sempre ieri, tuttavia, un alto funzionario statunitense ha invece individuato nel cartello La Línea il gruppo criminale che con tutta probabilità sarebbe autore del massacro.

Di certo c'è che il cartello di Sinaloa, dopo l'arresto di El Chapo Guzman, si è frammentato in mini clan che operano con sempre più potenza di fuoco vicino al confine con gli Stati Uniti, dove sono coinvolti nel traffico di immigrati e degli stupefacenti. L'unica certezza insomma è la disperazione di Julián LeBarón: «L'Fbi ci ha offerto sostegno e noi accetteremo aiuti da qualunque parte provengano per capire chi è stato», ha detto in un'intervista al Grupo Formula.

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