Arrivi senza sosta. Lamorgese pensa al decreto Flussi: oltre 70mila posti

Dal ministro le solite idee per gestire l'emergenza: più solidarietà dalla Ue

Arrivi senza sosta. Lamorgese pensa al decreto Flussi: oltre 70mila posti

È incredibile. Tanto che se non fosse reale e perciò talmente tragico, sembrerebbe fantascienza. Invece accade in Italia che il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, finalmente si desta e nota che i flussi migratori stanno aumentando. Perché continuare a negare, vista l'evidenza spudorata, faceva troppa vergogna. E allora cosa fa? Ci pensa un po' e riflette su come tutti i Paesi dell'Ue debbano collaborare e coordinarsi per la redistribuzione dei migranti. Peccato che è lei stessa ad avere ammesso il fallimento dell'accordo di Malta, che prevede proprio la redistribuzione tra gli Stati membri su base solidale dei migranti che giungono in Italia. Utopia. I migranti restano in Italia e la gran parte di quelli che non ne hanno diritto viene omaggiata di un foglio di via, che può utilizzare come meglio crede, dal momento che non ha intenzione di tornare al proprio paese.

Altro dato di fatto è che ogni anno, quello antecedente l'estate è un periodo di incremento dell'immigrazione. Il bel tempo incentiva le partenze. Ma anche qui la Lamorgese sembra vivere fuori dal mondo. Perché, se è vero che ammette l'impennata degli arrivi, addebita la colpa esclusivamente alla guerra in Ucraina. «Se non si riesce a portare via il grano dai porti del Mar Nero dobbiamo attenderci un flusso maggiore. Siamo preoccupati, come tutti i Paesi di primo approdo», ha detto, in pratica dando la colpa solo al conflitto senza assumersi alcuna responsabilità in quanto ad immobilismo e obbedienza supina all'Ue.

La verità è che la guerra potrà anche incidere sulle partenze, ma solo in parte. Ad esempio ha cambiato la provenienza dei migranti, che oggi sono soprattutto egiziani rispetto ai tunisini del periodo antecedente al conflitto, ma un bel mea culpa del Viminale e del governo ci sarebbe stato tutto. Ma non è finita, perché, a questo punto, a cosa ha pensato il ministro? A lavorare «alla possibilità di accelerare le procedure, perché manca personale in settori specifici. Se l'anno scorso si è trattato di 70mila persone ha detto - quest'anno i numeri saranno più elevati. Ricordo il protocollo di 10 giorni fa con il ministero del Lavoro per inserire nel circuito dell'edilizia coloro che sono titolari di protezione internazionale o la cui pratica è in via di esame. Stiamo verificando un analogo protocollo per altre categorie».

Insomma, si pensa ancora una volta a chi viene da fuori, mentre gli italiani restano a guardare allibiti e parecchio inalberati (per usare un eufemismo). Nel frattempo, i migranti continuano ad arrivare. Solo a Lampedusa ieri ne sono giunti altri 91, ospitati nel già strabordante hotspot che, a fronte di 350 posti, ne ospita 800. Il primo gruppo di 71 uomini è stato intercettato dalla Guardia di finanza a 23 miglia dalla costa, il secondo di 13 tunisini è approdato ed è stato rintracciato dai finanzieri, infine 7 tunisini sono stati bloccati dalla Capitaneria di porto a 6 miglia. Come se non bastassero i natanti intercettati in mare e quelli che approdano autonomamente e tentano di disperdersi, non mancano le Ong a ciondolare dinanzi alle coste libiche e tunisine per prendere a bordo migranti e condurli in Italia. La Sea Watch3 in sole 24 ore ha raggiunto 4 natanti e adesso viaggia con 223 migranti che presto vorrà fare sbarcare sulle nostre coste. Nessuno glielo negherà. Anche a Roccella si è registrato l'arrivo di 66 persone. E siamo a un +34% di sbarchi rispetto al 2021.

Stando ai dati ufficiali del Viminale aggiornati al 3 giugno, sono sbarcati 20.028 migranti rispetto ai 14.962 del 2021 e 5.358 del 2020. Il mese che ha fatto registrare il maggior numero di arrivi è maggio con 8.720 sbarcati rispetto ai 5.679 dell'anno prima e ai 1.654 del 2020.

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