Kim e Assad. Il tiranno da barzelletta con i capelli a scodella e la pancia e l'ambiguo leader in doppiopetto. Due dei grandi cattivi della scena politica internazionale, nemici dell'Occidente e della nostra Weltanschauung. Perfetti per stare dalla stessa parte, quella sbagliata. Perfetti per incontrarsi. E infatti forse lo saranno.
La notizia è di ieri. Colpisce ma non sorprende. Bashar al-Assad potrebbe andare presto in visita a Pyongyang, a casa del leader più paranoico del mondo, nel Paese finora inaccessibile ai grandi della Terra. Dal 2011, anno del suo avvento al «trono» di Pyongyang, Kim infatti non ha mai ricevuto un capo di Stato nel suo Paese. Ed è andato ufficialmente all'estero per la prima volta solo pochi mesi fa a Pechino, per incontrare il presidente cinese Xi Jinping, alleato del suo regime. È stato anche da poco invitato in Russia da Vladimir Putin.
E così quello che non è riuscito ancora a Trump, allo stesso Putin, potrebbe riuscire al presidente che pare destinato a guidare ancora a lungo la Siria frammentata e debilitata da una guerra medievale, al leader della presunta democrazia che fiancheggia Hamas e gli Hezbollah e che si pone per questo alla testa del mondo arabo più oltranzista, all'uomo forte accusato di aver massacrato la popolazione civile nel corso della guerra e di non combattere l'Isis (anche se c'è chi pensa che senza di lui lo Stato islamico si annetterebbe il Paese). Assad gioca di sponda con il Re Sole della autocrazia coreana. L'asse Pyo-Da inquieta e disturba. Soprattutto pensando che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dovuto sudare svariate volte sette camicie per strappare alla diplomazia nordcoreana la promessa di incontrare Kim. Il vertice Usa-Corea del Nord dovrebbe svolgersi a Singapore il 12 giugno, anche se essendoci di mezzo il despota orientale non si possono certo escludere colpi di scena dell'ultimo momento.
La notizia naturalmente va presa con le molle. La fonte è l'agenzia di stampa di Pyongyang, la Kcna. Il dispaccio non riporta date né altri particolari, ma si basa solo sulle parole di Assad. «Andrò in Repubblica popolare democratica di Corea e incontrerò sua eccellenza Kim Jong-un», avrebbe detto il presidente siriano durante un rendez-vous con l'ambasciatore nordcoreano Mun Jong-nam. Assad secondo l'agenzia nordcoreana si sarebbe lanciato in spericolate lodi di Kim: «Il mondo saluta i fatti significativi avvenuti di recente nella penisola di Corea, grazie alla statura eccezionale e la saggezza della leadership di Kim». Parole che sembrano esagerate perfino nel clima di solidarietà tra i due leader più isolati del set internazionale. Non a caso lo staff di Assad, contattato dall'agenzia francese Afp, non ha commentato né confermato le circostanze.
Siria e Corea del Nord sono da tempo sospettate dall'Onu e dalla Corea del Sud di traffico di armi chimiche. Pyongyang avrebbe anche aiutato la Siria a ricostruire un'installazione nucleare distrutta da Israele nel 2007.
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