Un passaggio così delicato come quello dell'elezione del presidente della Repubblica richiede senso di responsabilità: lo spirito costruttivo dovrebbe accomunare le forze politiche nella scelta del prossimo capo dello Stato, evitando di alzare i toni e di passare alle minacce politiche. Requisiti di buonsenso che evidentemente dovrebbe ripassare Enrico Letta. Il segretario del Partito democratico continua a rilasciare dichiarazioni di facciata ma finisce per contraddirsi: da una parte chiede agli altri leader di trovare una candidatura unitaria in un clima di collaborazione; dall'altra pone veti sugli avversari e usa termini assolutamente fuori luogo.
L'attacco di Letta
Il numero uno del Pd ha accusato il centrodestra di essersi comportato "come se avesse la maggioranza". In realtà la coalizione di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia parte da una posizione numerica di vantaggio rispetto ai giallorossi, che pensano di "usare" Italia Viva a loro piacimento: considerano il partito di Matteo Renzi affiliato alla coalizione per provare a mostrare i muscoli e imbarcare i grandi elettori dalla loro parte, ma nei fatti lo hanno escluso dal vertice tra Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza. Il solito opportunismo, una costante ormai.
Ma c'è di più. Letta ha poi usato una dichiarazione pesantissima, fortissima, inappropriata rispetto a quanto fatto dal centrodestra: "Ha tentato l'assalto al Colle con un candidato centrodestra. Noi ci siamo trovati nella difficoltà di dover respingere questo assalto". La colpa del centrodestra? Aver chiesto a Silvio Berlusconi di sciogliere la riserva e accettare di candidarsi per il Quirinale. Un semplice atto politico democratico. Eppure per il segretario dem è stato un tentativo di assalto.
La replica di Gasparri
A replicare all'esagerata uscita di Letta ci ha pensato Maurizio Gasparri, che per coerenza non ha voluto porsi sullo stesso piano e ha evitato di ricorrere al registro di linguaggio utilizzato in questi giorni per attaccare il centrodestra. Il senatore di Forza Italia ha accusato il segretario del Pd di usare "espressioni sgradevoli con aria da 'padrone' delle istituzioni". Gasparri l'ha invitato, ad esempio, a porre attenzione nei confronti della condotta del Consiglio superiore della magistratura: "Ma si sa che per Letta e c. 'loro' di sinistra, politici o togati, sono 'più uguali degli altri' e possono fare nelle istituzioni quello che vogliono".
L'atteggiamento di Letta certamente non sorprende: lui e il suo compagno di coalizione Giuseppe Conte non hanno ancora una strategia ben precisa per affrontare la sfida per il Quirinale e quindi, non sapendo quali pesci prendere, si limitano ai veti e alle minacce politiche.
Addirittura i giallorossi valutano l'uscita dall'Aula se Berlusconi dovesse accettare la candidatura. Sperano così di scongiurare una sua elezione, ma forse non sanno che un tale segno di debolezza potrebbe finire per essere un boomerang micidiale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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