Assembramenti a Milano. La farsa dei gilet arancio finisce con una denuncia

L'ex generale Pappalardo guida la protesta. A Roma manifestanti bloccati dalla polizia

Assembramenti a Milano. La farsa dei gilet arancio finisce con una denuncia

Per un male globale come la pandemia di coronavirus c'è chi pensa basti una medicina «locale» come un aumento di sovranità e un ritorno alla lira. Insomma c'è chi vuole tornare indietro e chi addirittura vuole tornarci perché non crede alla pandemia. Almeno questo gridavano ieri nelle piazze di Milano e Roma, i nuovi negazionisti e sovranisti a un tempo, imitatori dei gilet gialli transalpini. E sono in molti ora a temere che sul malcontento sociale qualcuno possa speculare. A Milano si sono ritrovati a piazza Duomo. Il passaparola ha viaggiato anche sui social e si sono ritrovati in poche centinaia. Con bandiere tricolori e gilet arancioni. Guidati dall'ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo, che in passato aveva tentato la carriera politica (nell'XI legislatura nelle file del Partito socialdemocratico), e che da tempo guida il movimento che maldestramente prova a scimmiottare gilet jaunes che hanno infiammato la Francia.

Ieri in piazza reclamavano il ritorno alla lira e una costituente che permetta di portare a Palazzo Chigi un governo votato dal popolo (elezione diretta del premier). I partecipanti si sono radunati in tarda mattinata, arringati da Pappalardo, in giacca arancione, che già aveva guidato in passato la protesta dei Forconi. Con il passare delle ore la protesta si è infiammata. La zona è stata transennata e presidiata dalle forze dell'ordine mentre molti dei manifestanti toglievano le mascherine per urlare gli slogan di protesta. Evitando tra l'altro di rispettare le distanze di sicurezza, imposte ancora dalla normativa anti contagio Covid.

Tensione anche nelle vie del centro storico di Roma per una manifestazione non autorizzata di gruppi di estrema destra, «Marcia su Roma» e Casapound, e per la presenza anche dei gilet arancioni, convinti che la crisi sanitaria sia solo una invenzione e che la pandemia sia un disegno politico per schedare le persone. Le forze dell'ordine sono state costrette ad intervenire in piazza Venezia e via del Corso, chiudendo le strade, per impedire ai manifestanti, circa un centinaio, di arrivare a palazzo Chigi. Sono quindi scattate identificazioni e le denunce. Anche l'ex generale Pappalardo si è preso una denuncia proprio per la violazione delle norme anti-Covid.

Da tempo i media lanciano l'allarme sul montare della tensione sociale. Dalla sociologa Alessandra Ghisleri al presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, fino ai sindacati di polizia, in molti temono la strumentalizzazione delle paure sociali da parte di chi vuole soffiare sul fuoco della protesta. La denuncia nei confronti di Pappalardo e dei gilet arancioni l'ha chiesta per primo il sindaco di Milano Beppe Sala che sulla sua pagina Facebook ha scritto: «Ho chiesto al Prefetto di denunciare gli organizzatori della manifestazione dei cosiddetti gilet arancioni. Un atto di irresponsabilità in una città come Milano che così faticosamente sta cercando di uscire dalla difficile situazione in cui si trova». «I gilet arancioni si sono presi gioco dei milanesi - gli fa eco il grillino Marco Fumagalli - e hanno infranto le regole per ignoranza e inciviltà». «La piazza all'ex generale Pappalardo in totale assenza di condizioni di sicurezza - commenta il senatore Francesco Laforgia (LeU) -, non andava concessa. Chiederemo spiegazioni alla ministra dell'Interno».

Più comprensivo il senatore di Fratelli d'Italia, Giovan Battista Fazzolari. «Il governo non sta capendo - dice - la vera dimensione di quello che accade nel nostro Paese. È un segnale di grande disagio nella società che il governo non vede».

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