Assolto Guido Podestà: "Non ha commesso il fatto"

La soddisfazione dell'ex presidente della Provincia di Milano. "Ma non torno in politica"

Assolto Guido Podestà: "Non ha commesso il fatto"

Assolto "per non avere commesso il fatto". Guido Podestà, ex presidente della provincia di Milano ed ex coordinatore regionale di Forza Italia, si vede cancellare in appello la condanna a due anni e nove mesi che l'anno scorso lo aveva riconosciuto colpevole di falso in atto pubblico per le firme sule liste elettorali per le regionali del 2010. La sentenza emessa oggi dalla Corte d'Appello di Milano riconosce che le firme erano effettivamente apocrife, e questo nel corso del processo nessuno lo aveva negato. Ma a venire condannati sono solo gli ex funzionari del partito che in quelle ore convulse avevano preso dalle liste dei simpatizzanti i nomi si cui apporre le firme. Podestá, che dell indagine condotta dall allora procuratore aggiunto Alfredo Robledo (che aveva parlato di "ferita grave per la democrazia") era il bersaglio principale, indicato come mandante della falsificazione, viene assolto. Presente in aula, l ex presidente della Provincia accoglie con ovvia soddisfazione la sentenza ma fa sapere che comunque non tornerà a fare politica.

L'inchiesta ruotava intorno alle ore convulse in cui la sera del 26 febbraio 2010, a ridosso del termine per il deposito delle liste, nella sede di viale Monza di Forza Italia era scattato il panico per il raggiungimento del numero minimo di firme. Tempo dopo, in seguito ad una denuncia dei radicali, i carabinieri avevano accertato che circa 900 firme erano state apposte lì per lì, in assenza degli interessati. Secondo Clotilde Strada, all'epoca impiegata del paritito, era stato Podestà a dire "avete i certificati elettorali, usateli". Ma Podestà aveva sempre rivendicato la propria innocenza, spiegando di non essersi mai occupato dei dettagli burocratici. "Oggi abbiamo la conferma che pezzi dello Stato funzionano.

Per me è una buona notizia", dice Podestà (video).

Insieme a quella di Podestà, la Corte annulla anche la condanna di Nicoló Mardegan, ex consigliere provinciale, viziata da una nullità procedurale: per lui le carte vengono rispedite alla Procura perché riparta da zero.

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