"Siamo la più grande manifestazione di popolo di questa campagna elettorale. Io, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi la vediamo uguale: per cinque anni governeremo bene e insieme". Così Matteo Salvini ha esordito nel suo intervento in occasione della 34esima edizione di Pontida, la più sentita liturgia della galassia leghista.
L'ex ministro dell'Interno, rivolgendosi alle migliaia di persone presenti sul pratone nelle valli della Bergamasca, ha punzecchiato i suoi avversari politici: "Alla faccia di chi non ne può avere così tanti. Qui c'è il grido di libertà. Enrico Letta è molto nervoso. Gli mandiamo un bacione. Enrico, c'è un panino con la salamella anche per te".
L'appuntamento leghista si muove su sei punti principali "per cambiare la nostra grande Italia": stop al caro bollette, Autonomia regionale, flat tax al 15%, stop alla legge Fornero e sì a Quota 41, giustizia giusta e stop sbarchi. Le promesse sono state sottoscritte da ministri e governatori del partito, che hanno posto le loro firme su un cartellone gigante. "Questo è l'impegno per prendere per mano questo Paese. Questo è il sacro impegno della Lega a cambiare l'Italia", ha aggiunto Salvini.
Tra le altre promesse rientra anche lo stop al canone Rai a partire dal prossimo anno: "Si può. Lo fanno anche in molti Paesi". L'ex titolare del Viminale ha inoltre voluto puntualizzare la posizione sui rapporti con la Russia: "Non abbiamo mai chiesto né preso niente. Siamo soltanto italiani e chiediamo solo il lavoro e il rispetto per gli italiani".
L'Autonomia
Non poteva non essere toccato il tema dell'Autonomia. Il segretario della Lega ha voluto spazzare via la solita narrazione secondo cui si tratterebbe di una ricetta in grado di danneggiare l'Italia: "Lasciamo agli altri i musi lunghi. L'Autonomia premia chi governa bene e toglierà la maschera ai De Luca, agli Emiliano e ai tanti chiacchieroni che dicono che è sempre colpa degli altri".
Prima di Salvini è intervenuto Luca Zaia, governatore della Regione Veneto, che ha ricordato lo storico cavallo di battaglia e il referendum del 2017: "Chiunque andrà a governare non avrà scelte. L'Autonomia vale anche la messa in discussione di un governo. Sento discorsi come 'dobbiamo tutelare la Costituzione'. Guardate che l'Autonomia è nella Costituzione. Chi è contro l'Autonomia è contro la Costituzione. Non è colpa del Nord, che l'Autonomia non ha, se al Sud ci sono i disservizi".
L'immigrazione
Sul tema dell'immigrazione Salvini ha garantito che nessun processo potrà frenare la linea dello stop agli sbarchi. In tal senso ha assicurato che il prossimo esecutivo, qualora fosse a guida centrodestra, adotterebbe questa strategia: "In Italia entra chi ha il permesso di entrare. Al primo Consiglio dei ministri rientrino in vigore i decreti Sicurezza". Dunque il leghista continua a puntare sul provvedimento partorito nel corso del governo gialloverde.
Bagno di folla a Pontida
A Pontida un bagno di folla ha accolto Salvini, che si è lasciato andare a baci, abbracci e selfie con i presenti. Ci sono diverse bandiere italiane e del Leone di San Marco. Dai megafoni si sentono canzoni di Vasco Rossi, Domenico Modugno, Ricchi e Poveri e Albano. Il raduno è stato aperto in ricordo dei dirigenti e dei militanti leghisti che hanno perso la vita. Il blu predomina sui gadget e sui maxi-schermi con tanto di "Credo", il messaggio laico usato dal Carroccio per questa campagna elettorale. Sul palco compare la scritta "Credo nell'Italia e nella Lega".
Assente Umberto Bossi: il fondatore della Lega non ha partecipato al raduno del Carroccio a cui era stato invitato nei giorni scorsi. Il Senatur è rimasto nella sua Gemonio; domani compierà 81 anni. Salvini lo ha voluto omaggiare: "C'è un grande uomo grazie al quale siamo qua. Chi non ha memoria non ha futuro. Oggi non c'è perchè a casa a festeggiare il compleanno in famiglia. Sempre grazie, onore e forza a Umberto Bossi. Siamo qua grazie a te, per te, e andremo molto lontano grazie al tuo esempio".
La frecciatina di Letta
C'è una sorta di sfida lombarda. Infatti poco più in là, a Monza, si tiene l'appuntamento del centrosinistra a cui partecipano circa 500 sindaci. Enrico Letta, arrivando a piazza Roma, non ha fatto mancare una frecciatina a Salvini: "Noi non vogliamo un'Italia che si leghi all'Ungheria come Salvini oggi ha voluto proporre di fare. L'idea che l'Italia diventi oggi come l'Ungheria di Orban è esattamente l'opposto di quello che noi vogliamo fare".
Il segretario del Partito democratico ha inoltre messo nel mirino il raduno di Pontida, che la sinistra giudica
un evento folkloristico: "Pontida oggi è diventata provincia dell'Ungheria. Noi non vogliamo che l'Italia segua il messaggio di Pontida, cioè andare verso l'Ungheria, verso una democrazia che si sta perdendo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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