Avanza l'ospedale della Fiera. 400 posti di terapia intensiva

Sono 25mila metri quadrati, 10 milioni di costo. Sarà pronto in 10 giorni, ma mancano strumenti e medici

Avanza l'ospedale della Fiera. 400 posti di terapia intensiva

Soffitti altissimi, da stand fieristico, luci al neon, riflessi metallici. Il padiglione 2 della Fiera di Milano ha un'aria raggelante. E invece è la più grande speranza della sanità lombarda con l'acqua alla gola per il dilagare del Coronavirus. L'obiettivo: 400 posti letto di terapia intensiva, una vera àncora di salvezza.

La struttura sorgerà nei padiglioni 1 e 2 della struttura al gate 9, in viale Teodorico, fermata Portello della metro Lilla. Siamo in una zona centrale, all'ombra dei grattacieli di City Life. In tutto 25mila metri quadrati, come spiega il presidente di Fondazione Fiera Enrico Pazzali. Il quale mostra i due prototipi già montati, due moduli: un blocco servizi e un blocco degenze. Il primo riservato agli spogliatoi con docce per il personale sanitario, il secondo per il ricovero dei pazienti critici. Ogni modulo di degenza avrà dieci letti. Ci sarà anche un ristorante-mensa. Il costo dell'allestimento del centro, esclusa la strumentazione medica (respiratori, monitor, strumenti elettromedicali vari, tutto ciò che compone una «unità intensiva») è di circa 10 milioni di euro. «Abbiamo avuto un incontro con il dottor Guido Bertolaso in Regione - riferisce il governatore Attilio Fontana -. Ci siamo scambiati le prime idee per capire in che modo poter raggiungere l'obiettivo della realizzazione dell'ospedale in Fiera. Poi, ci siamo recati in Fiera per un sopralluogo dove Bertolaso e i suoi collaboratori hanno potuto prendere visione della struttura per compiere i primi passi». Lo stesso Bertolaso, nominato consulente personale del presidente proprio per questa missione, aggiunge: «Sono sicuro che riusciremo a fare un lavoro straordinario anche con la collaborazione della Protezione civile nazionale e di tutte le forze migliori del nostro Paese. Sono venuto qui in punta di piedi. Darò una mano assieme al mio team per quelle che sono le competenze».

«La necessità di nuovi posti in terapia intensiva è sempre più impellente - continua Fontana -. Le condizioni per far partire il nuovo ospedale in tempi rapidi ci sono». La partita si gioca ancora sulla difficoltà nel reperire il personale e la strumentazione medica indispensabile per questo tipo di reparti. «Sul personale - precisa il governatore lombardo - ci stiamo muovendo, presto ci saranno novità. Per le macchine, proviamo a cavarcela anche da soli, da parte nostra le stiamo cercando. Anche se speriamo che la Protezione civile ci venga in aiuto. Noi però partiamo comunque». L'assessore al Welfare Giulio Gallera parla di «vera boccata d'ossigeno. Questa struttura sarà la fine della corsa quotidiana a creare nuovi letti di terapia intensiva che vengono subito occupati. Una risposta di sistema in cui confidiamo molto. Reggeremo fino ad allora. Quando sarà pronta rappresenterà un punto di riferimento per tutto il Paese, se ce ne sarà bisogno».

Sottolinea Pazzali: «Possiamo realizzare l'ospedale in tempi rapidissimi. Dieci giorni a partire dal tempo zero». Cioè, dal momento in cui si avrà la certezza della disponibilità dei medici e delle macchine necessari. «Abbiamo inoltre la disponibilità degli albergatori per ospitare gli operatori che vengono da fuori. E di Atm per i loro spostamenti». Per l'acquisto dei respiratori la Regione ha lanciato inoltre una call, una chiamata internazionale, alle aziende. «Una sorta di backup nel caso non li trovassimo da noi - precisa l'assessore al Bilancio Davide Caparini -. Tra l'altro ci aiuta il fatto che la raccolta fondi sta andando molto bene».

Oggi, con i primi incontri tecnici e con il confronto con il commissario del governo Domenico Arcuri sul materiale effettivamente a disposizione, sarà possibile avere un'idea più precisa sui tempi dell'ospedale in Fiera.

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