Avvisate Grillo che c'è la guerra

Qualcuno avvisi Beppe Grillo che è scoppiata una guerra.

Avvisate Grillo che c'è la guerra

Qualcuno avvisi Beppe Grillo che è scoppiata una guerra. Perché a cento giorni dal suo inizio, il comico genovese (nel tondo) nonché guru supremo del fu M5s, pare non essersene accorto. O meglio, lo sa benissimo, ma fa finta che conflitto e sanzioni non abbiano alcun riflesso sull'economia. Perché - provate un po' a indovinare - se i prezzi al supermercato volano e il grano si compra a peso d'oro, di chi è unicamente la colpa? Ovvio: dei capitalisti, del turbo liberismo e degli speculatori. Specialmente di quelli statunitensi (poteva mancare un pizzico di antiamericanismo?) che lucrano sul pane che finisce sulla nostra tavola. «L'agricoltura sta diventando così finanza speculativa. Il settore alimentare è diventato strettamente legato al settore finanziario e i prezzi sono ora determinati principalmente dalla speculazione. Ciò significa che i prezzi di oggi dipendono dal commercio di domani. I raccolti di domani e anche le stagioni future vengono scambiati oggi sui mercati mondiali», spiega l'improvvisato economista Grillo, tralasciando del tutto il fattore bellico e, per altro, descrivendo un meccanismo vecchio come l'uomo.

Per carità, nessuno pensa che i colossi del settore alimentare siano gestiti da frati francescani disinteressati ai beni terrestri e pronti a spogliarsi di ogni proprietà, ma spiegare una questione così complessa con la solita parabola al rovescio dell'imprenditore-affamatore (in questo caso nel senso letterale del termine) è un po' riduttivo. Ed è anche un ottimo modo per svicolare, per non prendere posizione su un conflitto che spacca a metà la già frastagliata galassia dei pentastellati. Non è un caso che l'Elevato in più di tre mesi di guerra tra Russia e Ucraina, sul suo sacro blog ormai disabitato, abbia sorvolato con grande nonchalance il tema. Ha discettato praticamente di ogni argomento possibile, immaginabile e pure inimmaginabile: case di riposo, reddito universale, femori rotti, intelligenza delle piante, intelligenza artificiale, energia del mare, metaverso e bitcoin. Ma mai, neppure una volta, ha preso una posizione netta e chiara su Mosca. Si è limitato a postare un testo, non a sua firma, in favore del pacifismo. Perché la Russia è un argomento troppo divisivo, rischia di mettere in fuga gli ultimi elettori rimasti e, soprattutto, lo costringerebbe a riesumare il mai sopito (eccezion fatta per Di Maio) anti atlantismo e risveglierebbe l'attrazione pentastellata per ogni forma di autocrazia.

Invece, alla faccia della crisi del gas e del petrolio, continua imperterrito con le sue crociate da estremista ambientalista, senza fermarsi nemmeno un secondo a riflettere che è anche colpa del suo Movimento e delle sue posizioni oltranziste se l'Italia non ha una minima indipendenza energetica. Uno dei tanti danni che il grillismo ci ha lasciato in eredità.

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