Superiori in classe a dicembre? Sì, forse. Anzi sicuramente no. Quello del ritorno a scuola in presenza è un problema che al momento non trova una soluzione condivisa e purtroppo lascia nell'incertezza milioni di ragazzi e le loro famiglie. Il governo è diviso su questo punto. Il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, non vuole cedere e sta cercando uno spiraglio affinché gli studenti delle superiori possano tornare in classe prima delle vacanze di Natale. Non si ipotizza un' apertura generalizzata, impensabile, ma soltanto una riduzione della Dad almeno nelle zone gialle.
L'idea sarebbe quella di una manciata di ore di lezione in presenza tra il 9 e il 22 dicembre. Anche per un solo giorno a settimana. Ma la Azzolina deve vincere troppe resistenze e l'orientamento del governo resta quello di un'apertura dopo le vacanze. Scelta condivisa anche da presidi ed insegnanti.
La Azzolina non è sola nella sua battaglia oltre ai M5s anche i renziani di Italia Viva vorrebbero vedere i ragazzi in classe. La ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, spinge per una riorganizzazione dei trasporti e un potenziamento dei servizi sanitari in modo da permettere una riapertura delle scuole prima di Natale. «Non c'è tempo da perdere, ogni giorno di scuola in presenza è un giorno guadagnato per il futuro dei nostri ragazzi e vale tutto il nostro lavoro e il nostro impegno», aveva detto la Bonetti. Italia Viva, qualche giorno fa.
Ma a frenare sulla riapertura è anche la lettura dei dati di ottobre: la curva epidemica è inesorabilmente risalita un paio di settimane dopo il ritorno in classe. Tutti concordi nel dire che la diffusione del contagio non avviene nelle scuole, che si sono ben organizzate, ma prima e dopo: ingressi, uscite e trasporti pubblici. Difficile che la Azzolina riesca a superare le resistenze del resto del governo che vuole aspettare il 7 gennaio nella speranza che si riapra in modo stabile fino alla fine dell'anno scolastico.
Oggi intanto rientrano in classe le seconde e le terze medie nelle regioni che dal rosso sono passate all'arancione. Quindi Calabria e Lombardia mentre restano a casa con la didattica a distanza i ragazzi del Piemonte nonostante il passaggio a zona arancione. Il governatore Alberto Cirio ha deciso tra le proteste degli studenti che il rischio era troppo alto ed ha emanato un'ordinanza bloccando il rientro in classe previsto in modo automatico con il passaggio in arancione.
Cirio promette che le ore di lezione verranno recuperate quando cesserà l'emergenza. Da domani sarebbero dovuti rientrare a scuola anche gli alunni dalla seconda elementare alla prima media della regione Campania, ma la regione ha prolungato lo stop alle lezioni in presenza fino al 7 dicembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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