Bagarre infinita: la sinistra provoca e torna in piazza. La retromarcia M5s

Conte mobilita l'opposizione: cortei il 18. Ma sull'autonomia anni fa era d'accordo

Bagarre infinita: la sinistra provoca e torna in piazza. La retromarcia M5s
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Assalto al Palazzo d'estate. Proprio in contemporanea con il G7 ospitato dall'Italia. La ripresa dei lavori parlamentari su autonomia e premierato e l'apertura del vertice di Borgo Egnazia, in Puglia, rappresentano una combinazione micidiale per l'opposizione. Che infatti chiama subito alla piazza. L'appuntamento è per martedì a Roma. Saranno presenti M5s, Pd, Avs e +Europa. Le opposizioni agitano lo spettro autoritario e convocano la mobilitazione contro autonomia e premierato: «Non permetteremo che vengano compromesse l'unità e la coesione nazionale. Ci vediamo a Roma alle ore 17:30 di martedì 18 giugno, in piazza SS. Apostoli».

Ma Calenda già si sfila: «Attenzione a non arroventare il clima di scontro». In strada ci sarà solo una delegazione. L'obiettivo dell'offensiva di questi giorni è duplice, come viene confermato da diverse fonti del centrosinistra. Numero uno: offuscare il G7 «italiano» con la bolgia nelle Aule parlamentari. Numero due: impostare un nuovo campo largo, che tenga dentro +Europa.

Ed ecco la trovata di Elly Schlein. Il ruolo del banditore stavolta spetta a Conte. L'ex premier si prende la scena per primo, con il lasciapassare della segretaria. «Scenderemo con i Tricolori in piazza: martedì prossimo 18 giugno, a Roma, piazza Santi Apostoli, ci ritroveremo con le altre forze di opposizione per ribadire il nostro no all'autonomia differenziata, al premierato; il nostro no a questo clima intimidatorio», dice Conte in diretta sui social. Dopo a chiamare alla battaglia sono Elly Schlein, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Le opposizioni sono sulle barricate da quasi due anni. Già un anno fa Giovanni Donzelli, di Fdi, denunciava le minacce del grillino Riccardo Ricciardi alla Camera durante la discussione sulla Commissione Covid. Il deputato del M5s avrebbe fatto a Donzelli il classico gesto per dire «ti aspetto fuori». Quindi gli scontri sul caso Cospito. A ridosso delle europee sono aumentate le provocazioni. Il M5s ha più volte sventolato le bandiere della Pace e della Palestina tra i banchi del Parlamento. Ma anche delle t-shirt con la scritta Pace. Solo due settimane fa si è sfiorata la rissa al Senato sul premierato, dopo un acceso intervento del senatore grillino Ettore Licheri in cui accusava la maggioranza al grido di «voi siete Giorgia». Il tutto condito con le continue accuse di fascismo e le polemiche sulle professioni di antifascismo di Meloni.

E poi la guerriglia del Pd e di Avs sul caso di Ilaria Salis. I dem avevano accolto il passaggio dell'autonomia al Senato, alla fine di gennaio, intonando l'inno nazionale e mostrando cartelli tricolore. Bagarre sul premierato a Palazzo Madama il 22 maggio, dopo che Pd e M5s avevano sventolato copie della Costituzione.

E ancora l'autonomia, con la «marcia su Roma» di cinquecento sindaci del Sud guidati dal presidente della Campania Vincenzo De Luca, del Pd. I due principali partiti dell'opposizione tuonano da mesi contro la riforma. Eppure, qualche anno fa, entrambi la pensavano diversamente. La giravolta più clamorosa è firmata dal M5s. I pentastellati avevano inserito l'autonomia nel contratto di governo sottoscritto con la Lega nel 2018. Ma l'autonomia compariva anche nei punti programmatici del secondo governo Conte, composto da Pd e M5s.

Nel 2018 il governo di Paolo Gentiloni, sostenuto dai dem, aveva firmato gli accordi preliminari per l'autonomia di Veneto, Lombardia, Emilia Romagna (governata dal centrosinistra). Perfino il Lazio di Nicola Zingaretti, in quello stesso anno, voleva intraprendere il percorso per l'autonomia differenziata. Ora il cambio di prospettiva. E la prima piazza unitaria delle opposizioni.

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