Ballottaggi, alleanze e ius soli: ecco la strategia di Berlusconi

In una intervista a Tempi il Cav rilancia il patto per un centrodestra unito: "No a chi cerca alleanze di comodo". E sullo ius soli: "Non inseguire il buonismo di maniera"

Ballottaggi, alleanze e ius soli: ecco la strategia di Berlusconi

Dai ballottaggi di domenica prossima, che vedono il centrodestra protagonista nella stragrande maggioranza dei Comuni al voto, alle future alleanze con la Lega Nord e Fratelli d'Italia. Dall'emergenza immigrazione, che non può essere risolta con l'aiuto dei Cinque Stelle, alla bocciatura della legge sulla cittadinanza che, se la sinistra dovesse approvarla in parlamento, introdurrebbe in Italia lo ius soli. In una intervista al settimanale Tempi, che sarò in edicola domani, Silvio Berlusconi rilancia il patto per un centrodestra unito: "Il centrodestra non è tornato, è sempre stato la maggioranza naturale degli italiani". E sulle future alleanze avverte: "Le nostre porte sono aperte a chi crede in un centrodestra come quello che ho descritto, non sono aperte a chi cerca una alleanza di comodo in vista delle elezioni".

La sfida ai ballottaggi

L'appuntamento di domenica prossima, sebbene di valore prettamente locale, potrebbe essere un termometro del Paese. Il flop del Movimento 5 Stelle al primo turno è la dimostrazione plastica di una rottura tra Beppe Grillo e la base. Ai ballottaggi la sfida sarà tra il centrodestra e il centrosinistra. "Il centrodestra - avverte, però, Berlusconi - non è tornato, è sempre stato la maggioranza naturale degli italiani". E, nell'intervista a Tempi, manda un messaggio netto agli elettori: "Senza dubbio il Movimento Cinque Stelle ha dimostrato di non saper governare le città, ma anche il Pd non può certo essere fiero dei risultati dei suoi sindaci". "Noi vinciamo - assicura il Cavaliere - per la qualità delle nostre idee e delle persone che le rappresentano, donne e uomini che non sono professionisti della politica, ma che nella società civile, nel lavoro, nelle professioni, nell'impresa, nell'impegno sociale, nella cultura, hanno dimostrato quello che sanno fare ed hanno voglia di mettere le loro capacità al servizio della collettività".

Le allenze nel centrodestra

Berlusconi sta lavorando per un centrodestra unito. "Credo che molti aspetti di un programma comune siano già stati messi a punto - spiega a Tempi - altri richiedono approfondimenti, ma direi che al 95% ci siamo". Si tratta quindi di rifinire il 5% mancante. E il Cavaliere conta di farlo con Matteo Salvini e Giorgia Meloni. "Giorgia - continua Berlusconi - rappresenta una storia e una cultura politica, quella della destra italiana, che merita rispetto e che deve essere protagonista. Rimettere in gioco questa storia e questa tradizione, per decenni ai margini della vita democratica, è stata una delle svolte determinate dalla mia discesa in campo nel 1994. Sono certo che continuerò con Giorgia a seguire questa strada". A Matteo Salvini, poi, Berlusconi riconosce di essere "molto efficiente" e di aver "dato nuovo slancio alla Lega Nord" rappresentando "un'area di opinione importante che legittimamente vuole essere ascoltata". Però, sottolinea, "l'unica possibilità di trasformare la Lega in forza di governo è realizzare un gioco di squadra all'interno di un centrodestra plurale". Berlusconi è convinto che Salvini lo farà, come lo ha già fatto alle amministrative e come avviene nelle grandi Regioni del Nord Italia che il centrodestra governa con ottimi risultati. "Credo che le differenze, al di là del linguaggio e degli atteggiamenti, siano superabilissime - continua l'ex premier - è falso che ci siano problemi di leadership, è un problema che si pone solo chi non vuole un centrodestra vincente". Sull'ipotesi di tornare a discutere di un'alleanza con Angelino Alfano, per Berlusconi è un falso problema. "Le nostre porte sono aperte a chi crede in un centrodestra come quello che ho descritto - avverte - non sono aperte a chi cerca una alleanza di comodo in vista delle elezioni".

Il "no" allo ius soli

"In linea di principio il fatto che un ragazzo nato e cresciuto in Italia, che parla la nostra lingua, che ha frequentato le nostre scuole, che condivide stili di vita e abitudini con i suoi coetanei italiani, possa sentirsi italiano mi pare giusto e naturale. Ma non si può scherzare su una materia così delicata, nè inseguire un buonismo di maniera". Nell'intervista a Tempi, Berlusconi fa a pezzi lo ius soli spiegando chiaramente che "chi vuole essere italiano non deve limitarsi a sapere la lingua o a conoscere i fondamenti della cultura italiana", ma "deve amare l'Italia, condividere i nostri valori e il nostro stile di vita". "Naturalmente - continua il leader di Forza Italia - ha pieno diritto di praticare la religione che preferisce, ma deve come noi credere nella laicità dello Stato, che significa uno Stato non confessionale, non uno Stato privo di valori, deve credere nella pari dignità fra donna e uomo, nella libertà e nel rispetto per la diversità. A queste condizioni, ma solo a queste condizioni, i nuovi italiani sono i benvenuti".

Per tutti questi motivi il Cavaliere crede che la legge sulla cittadinanza, che viene discussa in questi giorni in parlamento, non dà alcuna garanzia. "E questo - chiosa - è intollerabile".

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