Bambino muore in aereo: era in volo per un trapianto

Tiziana Paolocci

Aveva 21 mesi e pesava solo 6 chili. Ma era pronto a lottare, assieme ai suoi genitori e ai medici libanesi e italiani che si erano dati da fare per trasportarlo all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Ma una crisi cardiaca, mentre era già a bordo di un aereo Alitalia partito da Beirut, se l'è portato via.

Una tragedia nella tragedia quella del piccolo paziente libanese, malato di iperossaluria primaria di tipo 1, una rara malattia del metabolismo che porta a un accumulo di ossalato di calcio con gravi danni alla funzionalità degli organi, a partire dai reni. Nel suo paese il bimbo aveva imparato a difendersi appena nato, sottoposto a continue visite e ricoveri. Poi la decisione di intraprendere quel viaggio della speranza, che l'avrebbe portato nell'ospedale del Gianicolo dove, una volta ricoverato, sarebbe stato inserito nella lista d'attesa per i trapianti, di fegato e rene. Nella struttura d'eccellenza romana specializzata per la cura dei piccoli, sarebbe stato seguito dal professor Marco Spada, responsabile chirurgia dei trapianti addominali e dal professor Luca Dello Strologo, responsabile del servizio trapianti renali. «Era tutto pronto per accoglierlo e curarlo, così come quest'anno abbiamo già fatto con i 4 bambini arrivati prima di lui dal Libano con la stessa patologia - ha spiegato il professor Dello Strologo -. Questa malattia è caratterizzata dalla produzione anormale nell'organismo di alte quantità di un composto chimico noto come ossalato che viene eliminato dai reni, danneggiandoli. Successivamente, se i reni non funzionano più correttamente, l'ossalato si accumula nell'organismo, rovinando anche altri tessuti. Quasi sempre i pazienti sviluppano un'insufficienza renale, talvolta anche molto precocemente. In Libano questa patologia è più comune per via dei matrimoni tra consanguinei».

Per le gravi condizioni il piccolo viaggiava con una mascherina di ossigeno. A segnalarlo per il doppio trapianto al Bambin Gesù era stato il nosocomio Hotel-Dieu de France di Beirut, in accordo con il ministero della Salute libanese. Così ieri il giovanissimo paziente era stato imbarcato con i genitori sul un volo Alitalia, assistito da un'infermiera della Croce Rossa e un'ambulanza lo avrebbe atteso a Fiumicino per prenderlo in carico. Ma durante il volo il bimbo è stato colto da una crisi cardiaca. Immediati i tentativi di rianimarlo da parte dell'infermiera e di una hostess, mentre veniva disposto l'atterraggio immediato a Bari. Qui i medici del 118 hanno continuato a rianimarlo, ma non c'è stato nulla da fare.

L'equipaggio e alcuni passeggeri intervenuti per prestare i primi soccorsi sono stati ascoltati come persone informate sui fatti dalla Polizia di frontiera aeroportuale, coordinata dal pm Marcello Quercia, che ha acquisito foto del velivolo e documentazione sanitaria e sta valutando l'apertura di un fascicolo. Ma, per ora, non è stata disposta l'autopsia.

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