Banchieri ancora sotto choc per il balzello: "Così si mette a rischio la capacità di credito"

Oggi vertice dell'Abi. Il consigliere del Mef Zanetti: "Meglio trovare un'intesa"

Banchieri ancora sotto choc per il balzello: "Così si mette a rischio la capacità di credito"
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«Sparando, come si sta facendo, nel mucchio il rischio, paradossalmente, è quello di scoraggiare il credito alle piccole e medie imprese e alle famiglie». Il Ceo di Illimity, Corrado Passera, banchiere di lungo corso, ieri ha rotto il muro del silenzio con il quale gli addetti ai lavori tentano di ripararsi dalla tempesta causata dall'annuncio della tassa sugli extraprofitti. Le banche, ha aggiunto, «in questi due anni hanno aumentato i volumi di finanziamenti all'economia reale e hanno mantenuto inalterato lo spread adeguando la remunerazione dei depositi, compresa la giacenza a vista», ma «si trovano punite con una stangata fiscale che si aggiunge al maggiore rischio di credito che si sono prese». Secondo Passera, se si vuole chidere all'intero sistema economico un contributo straordinario di solidarietà «per fare fronte a specifiche necessità», la politica deve essere «conscia delle implicazioni». Sono gli stessi concetti che ieri erano filtrati sul Financial Times, segno che la posizione di Passera non è isolata, ma condivisa all'interno del sistema bancario italiano ed estero.

Posizioni che oggi si confronteranno in seno al comitato di presidenza dell'Abi, la Confindustria delle banche. La speranza è che la norma possa essere ulteriormente modificata, rendendone meno doloroso l'impatto. D'altronde, se l'obiettivo è finanziare interventi sul fisco - incluso un parziale avvio della riforma contenuta nella delega - non saranno certo i 2-3 miliardi che adesso si dovrebbero prelevare dagli istituti a cambiare le carte in tavola. Tanto più se si mette a rischio un settore che detiene circa un quarto degli oltre 2.800 miliardi di debito pubblico italiano.

«È difficile immaginare un'ondata di cordoglio nazionale per questa tassa, essendo molti di più i cittadini che, in questi mesi, hanno toccato con mano come i tassi di interesse applicati ai mutui delle famiglie e ai prestiti alle imprese abbiano raggiunto livelli importanti, mentre per la generalità della liquidità presente nei conti correnti abbiano continuato a essere riconosciuti tassi di interesse vicini allo zero», ha commentato il consigliere del ministero dell'Economia, Enrico Zanetti, auspicando un'intesa «accettabile per gli obiettivi di entrambe le parti». La sottolineatura di Zanetti parte da un dato di fatto. Nello scorso giugno i tassi applicati ai conto corrente erano in media allo 0,36% (0,03% a giugno 2022), mentre quelli sui depositi vincolati si attestavano al 2,58% (0,98%). Contestualmente i tassi sui mutui sono al 4,65% (2,37%) e quelli sui prestiti alle imprese al 5,04% (1,44%).

Un chiaro segnale che il differenziale si è allargato nonostante in questo periodo il tasso Bce sia passato da zero al 4% (da luglio è al 4,25%).

Insomma, è chiaro che l'intento del governo sia stato sempre quello di convincere le banche ad aumentare la remunerazione della liquidità. Bisogna capire, invece, se questo metodo sia realmente efficace.

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