"Gli italiani si considerano spesso provinciali nella politica mondiale, ma non è così: siete sulla cresta dell’onda, un banco di prova fondamentale del potere della sovranità". La pensa così Steven Bannon, ex capo stratega della Casa Bianca, arrivato in Italia in vista del voto per le elezioni politiche e che in un'intervista al Corriere della Sera parla di un Paese che "rivuole la propria sovranità" e di una chiamata alle urne "cruciale per il movimento populista globale".
Per Bannon i populisti hanno in mano circa il 65% del Paese, due terzi insomma. Ed è per questo che parla di un clima che gli ricorda quello pre-elettorale negli Stati Uniti, quando Trump era dato per sicuro sconfitto. "Sapevo che avrebbe vinto. Vedevo la risonanza tra la gente, mentre alle élite questo sfuggiva".
"Gli italiani non hanno bisogno che un americano dica loro cosa fare", mette in chiaro, ma parla di un Salvini "genio" che ha portato la Lega a essere un partito nazionale, non più soltanto del nord e desideroso di incontrare anche i Cinque Stelle.
"Penso che si raggiungesse una coalizione tra tutti i populisti sarebbe fantastico - aggiunge - trafiggerebbe al cuore Bruxelles". Ed elogia Berlusconi: "Penso che Berlusconi sia uno dei grandi leader politici del XXI secolo".
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