«Raffaele La Regina, 29 anni, dottorando in Storia contemporanea, precario». Con questo tweet il Partito democratico ha presentato la candidatura di uno dei 5 giovani inseriti da Letta nei posti sicuri per il Pd.
Ma come può un dottorando essere precario? Forse intende il precariato fatto al ministero infatti l'unico lavoro che risulta sul profilo Linkedin del futuro parlamentare La Regina è «assistente presso Ministero per il Sud guidato da Giuseppe Provenzano», ruolo che in effetti è durato circa un paio d'anni e quindi poi La Regina è diventato precario, in attesa di un nuovo contratto da parlamentare.
Che altre esperienze ha il candidato del Pd in Basilicata? «Ricercatore stagista in Svimez sui temi delle politiche di coesione e del regionalismo differenziato». È lì che ha conosciuto Provenzano. Da ultimo La Regina scrive anche che è «alunno della Scuola di Politiche di Enrico Letta».
A chi su twitter gli fa notare di avere un curriculum scarso, ieri La Regina ha risposto: «sono autore di due pubblicazioni scientifiche» allegando lo screenshot dell'Università della Basilicata con un unica pubblicazione: «l'abbaglio del merito, in Arel rivista 2021».Cioè l'unica pubblicazione del dottorando precario è stata pubblicata dalla rivista di Letta.
Per mettere lui in Parlamento, Letta ha tolto Marcello Pittella. Politico di peso sacrificato, come Luca Lotti, sull'altare del giustizialismo. Marcello però ha già il bollino dell'assoluzione sul casellario giudiziario. Ma non su quello politico. Socialista, Presidente della Regione Basilicata col Pd nel 2018, viene arrestato per un abuso di ufficio. Si dimette. Il Pd non lo ricandida, e consegna la Basilicata al centrodestra. ll 22 dicembre 2021, 3 anni dopo le dimissioni, il Tribunale di Matera lo assolve da tutte le accuse mosse a suo carico.
Il primo ad annunciarlo fu il fratello Gianni: «Mio fratello Marcello Pittella assolto da ogni accusa. Tre anni di calvario, mediatico-giudiziario. Sono molto felice per lui, per il nome che portiamo, per la memoria di mio padre, per le sofferenze di mia madre. Sono felice. Non so dire altro». Ma ormai il Pd lo aveva condannato.
«Ricordo che io ero il presidente della Regione- disse Marcello pochi giorni dopo- ero prossimo alla ricandidatura, poi è arrivata l'inchiesta e tutto è rimasto appeso. Dopo l'assoluzione, mi aspetto dal mio partito scelte conseguenti». Oggi il suo partito aveva l'occasione di restituire il maltolto, e rimediare all'errore giustizialista commesso. E invece lo mette da parte, preferendogli lo stagista di Provenzano. Il Pd sconta ancora l'odio atavico verso i socialisti, e l'amore per le procure, anche quando sbagliano. «Un delitto perfetto! Calpestati diritti, principi, territorio, storia e democrazia! Nella vita ci vuole dignità! Buona fortuna» ha scritto Pittella dopo l'esclusione.
Incredibile è anche il metodo usato per farlo fuori: al Pd lucano infatti dal Nazareno era stata data una indicazione categorica: «Dovete darci il nome di una donna e uno di un uomo». Regola inderogabile. E questo avevano fatto i dem lucani, offrendo una rosa di 4 donne e 4 uomini. E invece poi Letta ha messo capilista solo uomini. Inoltre Raffaele La Regina, in direzione regionale, aveva detto che lui non era disponibile a una candidatura. Mentre Provenzano tramava a Roma in segreto assicurando l'elezione al suo stagista, di cui il Pd lucano ha saputo solo durante la direzione.
Letta ha annunciato su twitter la candidatura di La
Regina: «Scegliere cinque giovani capilista per una legislatura in cui metteremo i giovani al centro delle politiche del lavoro e dell'istruzione». Come? Basta iscriversi alla scuola di Letta o allo Svimez con Provenzano.
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