Le faide all'interno del Movimento 5 Stelle si fanno sempre più aspre: l'addio di tre grillini passati alla Lega ha inevitabilmente scosso l'intero mondo pentastellato, che ora deve fare i conti con una possibile ondata di saluti. Sulla questione è intervenuto Alessandro Di Battista che, contattato dal Corriere della Sera, ha dato un consiglio piuttosto chiaro ai transfughi: "Si devono dimettere e devono farsi eleggere con la Lega". Più morbida la presa di posizione da parte di Roberto Fico: "Non commento i passaggi di parlamentari ad altri schieramenti". Il presidente della Camera ha comunque sottolineato che "se si pongono dei problemi vanno risolti e si possono risolvere in altri modi, non mi sembra il modo adatto".
La questione degli addii è stata trattata da Luigi Di Maio e Giuseppe Conte nel corso di un colloquio privato: entrambi al momento non vedono seri rischi per la tenuta del governo, ma il presidente del Consiglio ha fatto notare come altre tipologie di divisioni potrebbero rivelarsi cruciali. Dunque da parte del M5S inizierà una serie di tentativi con il fine di ricucire i rapporti con quei parlamentari che minacciano l'uscita: da segnalare che la senatrice scettica Angela Piarulli ha fatto sapere di non avere intenzione di spostarsi in un nuovo gruppo. E c'è chi avrebbe avvertito: "Se qualcuno vuole andarsene per essere ricandidato altrove dovrebbe accorgersi che i giochi sono chiusi".
Rissa tra i big
Anche i vertici sono stati contagiati da quest'aria litigiosa: gli scontri tra le diverse anime sono ormai all'ordine del giorno. Gianluigi Paragone è tornato a destabilizzare l'ambiente minacciando di non votare la manovra, e perciò è stato accusato da Luigi Gallo: "Lui è il virus leghista che ha infettato il M5S". Il suo intento sarebbe quello di "produrre una metastasi nel corpo sano del M5S per fermare la più grande rivoluzione ecologista, culturale e di onestà mai avviata nel nostro Paese". Il giornalista però ha replicato difendendo le proprie posizioni: "Gli suggerisco di riascoltarsi quello che ho detto in Aula. Se ha paura di una visione fuori dal neo-liberismo è un problema suo".
La preoccupazione principale del capo politico pentastellato è quella di recuperare compattezza nella sua fazione politica.
Ma con un occhio sempre volto alla maggioranza: nella giornata di ieri Nicola Zingaretti ha avvertito gli alleati sul fatto che la pazienza abbia un limite. In tutto ciò è spuntato anche un gruppo di responsabili, ma la tenuta del Conte bis sembra essere così fragile che la crisi di governo potrebbe essere considerata come un fattore inevitabile entro il 2023.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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