Detassare l'assunzione dei giovani e alzare le pensioni minime. Ma anche spingere Forza Italia che lancia la campagna delle regionali. Silvio Berlusconi si sdoppia: concede un'intervista al Tg5 e telefona ai militanti che si sono riuniti per il via alla campagna per conquistare la regione Lazio.
«Forza Italia - spiega il fondatore della coalizione - è distinta dal centrodestra e alternativa alla sinistra. Il nostro partito rappresenta il centro liberale, garantista, europeista, occidentale». Queste sono le coordinate, poi c'è la navigazione dentro una realtà molto complicata: «Credo che il governo stia facendo il possibile, in condizioni molto difficili. L'economia italiana deve affrontare una nuova grave crisi legata ai prezzi dell'energia e delle materie prime, innescata dalle vicende del conflitto in Ucraina. Comprensibilmente il governo ha dedicato gran parte delle risorse disponibili a fronteggiare questa situazione». E poi c'è il Qatargate e il Cavaliere non rinuncia a toccare con una stoccata il partito delle mazzette, seduto sul lato sinistro dell'emiciclo, fra Bruxelles e Strasburgo: «Sponsorizzare un Paese come il Qatar che costringe i lavoratori a condizioni inaccettabili e che ha legami ambigui con l'Iran, è grave dal punto di vista morale e politico».
La realtà, riconosce l'ex premier, era segnata dall'emergenza delle bollette la strada è tracciata. Ma gli azzurri si ritagliano uno spazio di manovra su alcuni punti ritenuti irrinunciabili: «Abbiamo ottenuto - prosegue il Cavaliere davanti alle Camere - risultati importanti, come un primo aumento delle pensioni minime o a 600 euro per gli ultra settantacinquenni e la proroga del superbonus per l'edilizia al 31 dicembre».
Qualcuno farà spallucce, ma si tratta di risultati importanti con il Paese stretto fra il rischio di recessione e l'aumento dei tassi di interesse, appena deciso dalla Bce. «Sappiamo bene - prosegue Berlusconi - che questo è un governo di coalizione fatto di forze diverse, con sensibilità diverse, ognuna indispensabile. Tuttavia non rinunciamo certo a temi per i quali abbiamo avuto il voto degli italiani».
Ecco la cosiddetta decontribuzione, altro cavallo di battaglia degli azzurri impegnati nella manovra di fine anno: «Dobbiamo offrire una speranza di lavoro alle ragazze e ai ragazzi, con la cancellazione di ogni tassa e contributo sulle assunzioni dei giovani al primo impiego, con la conseguenza che le aziende avranno una forte convenienza ad assumere i giovani dai 18 ai 34 anni». Non è retorica ma sostanza: «Oggi a un'impresa uno stipendio viene a costare 3.300 euro. Con il nostro intervento costerà solo 1.500 euro».
Dunque, Forza Italia prova a segnare la direzione di marcia dell'esecutivo che pure segue il binario imposto dalla crisi. E il Cavaliere parla anche della situazione sempre più grave che sta sconvolgendo Bruxelles e il Parlamento. Per il leader di Forza Italia, il garantismo può andare a braccetto con una condanna politica senza se e senza ma dello scandalo che emerge giorno dopo giorno e mette nell'angolo, almeno per ora, il gruppo dei socialisti. «Per me - attacca Berlusconi - la presunzione di innocenza è un principio sacro anche verso gli avversari politici. Altra cosa è la valutazione politica: sponsorizzare un paese come il Qatar, accusato di violare i diritti umani, che costringe i lavoratori a condizioni inaccettabili e che ha legami ambigui con l'Iran, è grave dal punto di vista morale e politico».
Sul punto, par di capire, non possono esserci tentennamenti, anche se il Cavaliere sfugge alla tentazione di approfittare della crisi della sinistra, particolarmente di quella italiana, in difficoltà dopo l'arresto dell'ex eurodeputato Antonio Panzeri, a Strasburgo per tre legislature e nel passato leader della Cgil di rito ambrosiano.
Ma Berlusconi telefona anche ai compagni di partito riuniti nella sede di Forza Italia a Roma per l'incipit della campagna delle regionali: «Questa è una alleanza plurale ma unita in cui FI rappresenta il centro liberale, cristiano e garantista. Siamo alternativi alla sinistra e distinti dalla destra di cui siamo però alleati leali».
Siamo ai titoli di coda, fra auguri di Natale e un saluto ai dirigenti del partito,
cominciando da Antonio Tajani e Maurizio Gasparri. «È la politica del fare», sintetizza il Cavaliere, nel segno di un inguaribile ottimismo. Anche se si vedono le macerie lasciate dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina.
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