Benedetto Ratzinger

Il Papa emerito compie 94 anni. Il teologo Guerriero: "La sua coerenza è un esempio"

Benedetto Ratzinger

La messa quotidiana, un pranzo con la sua famiglia, qualche regalo, la preghiera e la musica. Sarà una giornata semplice quella che oggi segna i 94 anni di Joseph Ratzinger. Il primo anno senza il suo amato fratello Georg, scomparso il primo luglio del 2020. Il Papa emerito - che vive oramai da otto anni nel Monastero Mater Ecclesiae nei Giardini Vaticani - è circondato dall'affetto del suo segretario monsignor Georg Gaenswein e dalle sue quattro memores, le suore di Comunione e Liberazione.

In dono, come ogni anno, arriveranno dolci (non è un segreto la golosità di Benedetto XVI), libri - preferibilmente di teologia - e musica. Ma anche biglietti, telefonate e messaggi di affetto e vicinanza. «Quello che mi colpisce di quest'uomo - dice al Giornale il teologo e scrittore Elio Guerriero, autore del volume Servitore di Dio e dell'umanità. La biografia di Benedetto XVI - è il grande equilibrio che ha sempre avuto e che non è semplice da avere tra fede e ragione. Ratzinger nasce in una famiglia molto pia; ma in conseguenza della seconda guerra mondiale, del nazismo, con tutte le sue conseguenze, sviluppò abbastanza presto la capacità di voler comprendere. E queste due componenti, da una parte la fede - ereditata dalla famiglia - e dall'altra la grande sete di conoscenza e di voler capire, mi colpiscono molto dell'uomo Ratzinger».

«Quest'anno, nel quale ricordiamo i 700 anni dalla morte di Dante vorrei ricordare che nell'Enciclica sull'amore, il Papa tedesco cita il verso conclusivo della Commedia: L'amor che move il sole e l'altre stelle: un segno anche della sua attenzione e affetto per la cultura italiana». Un uomo lucido e vigile, seppure con le sue criticità fisiche (problemi agli occhi e difficoltà nel camminare), ma chi lo ha visto recentemente riferisce di un 94enne che ascolta con profondità e attenzione, e che partecipa con grande intelligenza ai discorsi. «Ratzinger non pensava di vivere così a lungo e nessuno penso che lo potesse prevedere - prosegue Guerriero -. Proprio questa testimonianza silenziosa, alcuni sembrano dimenticarlo, è qualcosa di veramente straordinaria e quando ce ne renderemo conto sarà una realtà importante anche per la situazione della chiesa così complessa e travagliata. Sapere che lui c'è, è un dono di Dio che per il nostro tempo è una testimonianza; sapere che trascorre il suo tempo nella preghiera e nel silenzio è qualcosa che conforta».

«Si dice che Ratzinger sia una persona seria e severa - prosegue lo scrittore - ma il suo messaggio è anche per i giovani: è un invito potente. Ha sviluppato una paternità, a mio avviso, straordinaria. Dal monastero, in questi anni di ritiro dal Soglio Petrino, solo con il suo esempio, senza dire nulla o con piccoli interventi, riesce sempre a trasmettere una sensazione potente di tranquillità, in un mondo certamente difficile in questo inizio di millennio».

Per Guerriero «tutta la persona di Joseph Ratzinger è una testimonianza formidabile, di intelligenza e di coerenza allo stesso tempo. Una realtà di cui il nostro tempo avrebbe quanto mai bisogno». Nel suo volume - considerata la prima vera biografia di Ratzinger con un racconto a tutto tondo della vita del Papa tedesco - Guerriero affronta anche il rapporto con il teologo Hans Küng, scomparso recentemente. «Due enfant prodige della teologia - sottolinea - che si sono incontrati molto giovani.

Küng ha sviluppato un suo rapporto in qualche modo conflittuale con la chiesa mentre Ratzinger è rimasto fedele. Il Papa emerito ha avuto più coerenza e un percorso più difficile, più complesso. La strada di Küng, pur rispettabilissima, è stata molto più facile».

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