Riunione ad Arcore domani alle 13. Silvio Berlusconi ha deciso di riunire i vertici del partito a Villa San Martino anziché a palazzo Grazioli a Roma, come era stato preannunciato. La riunione servirà a fare il punto dopo la vittoria del No al referendum e le dimissioni da premier di Matteo Renzi. Il leader di Forza Italia, in una nota, ha dichiarato: "Spetta al Partito Democratico dare vita ad un nuovo governo con il compito di mettere in sicurezza i conti pubblici con l'approvazione della legge di bilancio e soprattutto di consentire al Parlamento l'approvazione di una nuova legge elettorale basata su criteri che garantiscano la effettiva corrispondenza tra la maggioranza parlamentare e la maggioranza espressa dagli elettori".
E ancora: "Abbiamo fiducia nel ruolo di garante del Capo dello Stato che vigilerà certamente su questa fase delicata con equilibrio e imparzialità. Siamo certi che il Presidente della Repubblica saprà individuare la soluzione più corretta per assicurare agli italiani in tempi brevi la possibilità di votare e di scegliere finalmente, dopo tre governi non eletti, il governo a cui intendono affidare la guida del Paese".
Berlusconi poi è tornato a esprimere la necessità di una vera riforma del Paese: "Sono naturalmente molto soddisfatto per l'esito del voto. La maturità e il senso di responsabilità degli italiani hanno consentito di evitare il rischio di una deriva autoritaria, di un uomo solo al comando, al quale ci avrebbe condotto questa riforma costituzionale. Quanto alle altre conseguenze della vittoria del No, il Partito Democratico conserva una chiara maggioranza in Parlamento, anche se dipendente dal contributo determinante di transfughi eletti con il centro destra. L'esito referendario naturalmente non cancella anzi rafforza la necessità della quale abbiamo parlato tante volte nelle scorse settimane, di una diversa riforma costituzionale, una riforma condivisa e non lacerante per gli italiani. La riforma della quale l'Italia ha bisogno davvero deve comprendere alcuni principi che consideriamo fondamentali: 1) Un limite costituzionale alla pressione fiscale, che nessun governo possa superare. 2) Il vincolo di mandato ai parlamentari. Non è consentito tradire il mandato degli elettori: chi non se la sente di stare nel partito in cui è stato eletto deve dimettersi.
3) Diminuzione vera del numero dei parlamentari che devono essere ridotti di più della metà: 300 deputati invece degli attuali 630 e 150 Senatori invece degli attuali 315. 4) Elezione diretta del Capo dello Stato: il massimo vertice delle istituzioni deve essere scelto dai cittadini, non dai partiti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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